SOTTODICIOTTO 25 - Presentato il programma
Il 25°
Sottodiciotto Film Festival & Campus ‒ organizzato da AIACE Torino con la Città di Torino e con ITER – Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile ‒ si svolge a Torino dal 12 al 16 dicembre. Il claim dell’edizione 2024, Shaping Tomorrow, collegato a un progetto formativo triennale, sottolinea la specificità di un Festival da sempre dedicato a dare visibilità alla creatività dei più giovani e alle loro potenzialità di modellare, attraverso il cinema, l’immaginario del prossimo futuro.
Il cartellone presenta un totale di 228 film, tra lungometraggi e cortometraggi, di cui 102 nel cartellone per tutto il pubblico, 107 selezionati nel Concorso delle Scuole (realizzati dalle Scuole dell'Infanzia e Primarie, Secondarie di I e II grado) e 19 nel programma riservato alle Scuole.
Molte le sezioni concorsuali del Festival, a cominciare dal Premio Generazione Futura, dedicato ai lungometraggi internazionali, in cui quest’anno gareggiano sette titoli molto diversi tra loro. Film di apertura del Festival, Julie Keeps Quiet, opera prima del belga Leonardo Van Dijl, è un dramma intimo, prodotto dai fratelli Dardenne, che vede protagonista una giovane tennista (interpretata da Tessa Van den Broeck, ospite al Festival con il regista) e affronta i temi dell’abuso e della manipolazione nel mondo dello sport. Baby, il nuovo lungometraggio del brasiliano Marcelo Caetano, è una storia queer ambientata tra i giovani di San Paolo in cerca di una propria dimensione esistenziale e sociale. Mon Inséparable, dell’esordiente francese Anne-Sophie Bailly, e When We Were Sisters, della svizzera Lisa Brühlmann, esplorano le dinamiche dei rapporti familiari, i legami simbiotici e i desideri di emancipazione che accomunano, pur in contesti molto diversi, i loro protagonisti. Si inserisce, invece, in una cornice decisamente disfunzionale il brillante lungometraggio d’esordio di Jianjie Lin, Brief History of a Family, psico-thriller inquietante ambientato nella Cina post “politica del figlio unico” e presentato in concorso al Festival di Berlino e al Sundance. Ispirato a un fatto realmente accaduto, Les Enfants rouges, del tunisino Lotfi Achour, traspone in chiave fantastica la cronaca più cruenta – l’attacco di un gruppo jihadista a due pastori quattordicenni – trasformandola in una storia che celebra la capacità infantile di superare i traumi attraverso l’immaginazione. In Filmstunde_23, diretto da Edgar Reitz con il documentarista Jörg Adolph, infine, il novantaduenne maestro tedesco riunisce un suo gruppo di studentesse del 1968, ormai signore mature, per ritrovare il senso di un’esperienza all’epoca sperimentale e ribadire il valore formativo dell’“ora di cinema”, l’importanza essenziale dell’insegnamento del linguaggio audiovisivo nelle scuole.
Da sempre appuntamento centrale del Festival, quest’anno più che mai la sezione dedicata all’animazione è ricca di proposte selezionate nell’ambito della miglior produzione mondiale e incardinate su due concetti solo apparentemente contraddittori: l’inclusione e l’eccentricità. Si comincia dal dramedy Memoir of a Snail, dell’australiano Adam Elliot – premio Crystal al prestigioso Festival d’Annécy e in profumo di Oscar – e dalla sua stravagante protagonista collezionista di lumache, per proseguire con El sueño de la Sultana, della spagnola Isabel Herguera, viaggio anomalo alla ricerca dell’utopica e fantascientifica Ladyland, in cui le donne governano e gli uomini sfaccendano in casa. Visionario è anche Mars Express, del francese Jérémie Périn, che segue le indagini di una detective privata su Marte nel 2200, esplorando i rapporti tra essere umani e intelligenze artificiali. Altri due titoli ci riportano invece indientro nel tempo. La Plus Précieuse des marchandises, del francese Michael Hazanavicious, affronta il dramma della Shoah con la delicatezza di una favola oscura, narrata dalla voce di Jean-Louis Trintignant e ambientata nella Polonia occupata, mentre (S)KiDS, dei canadesi Les e Louis Solis, in anteprima nazionale al Festival, è un coinvolgente racconto di ribellione giovanile ambientato nel 1993 e ritmato dalla colonna sonora originale composta dalla band Rare Americans. Dal Giappone arriva, infine, Totto-Chan: The Little Girl at the Window, di Shinnosuke Yakuwa, toccante anime che offre una prospettiva unica e divertente su un esempio di educazione inclusiva, eccentrica e resiliente.
Due gli appuntamenti per i più piccoli, organizzati in collaborazione con Rai Kids, a cominciare dalla festa per celebrare il personaggio giapponese diventato icona planetaria e intergenerazionale, Hello Kitty, a cinquant’anni dalla sua prima apparizione. Per l’occasione il Festival ospiterà in sala la mascotte della festeggiata e proporrà alcuni episodi della nuova serie animata Hello Kitty Super Style!. A seguire il Festival renderà omaggio a Quentin Blake, il celebre illustratore di tante storie per l’infanzia – tra le altre, quelle di Roald Dahl – che a novant'anni non accenna a fermarsi. Sottodiciotto propone due episodi della nuova serie tratta dalle sue illustrazioni di sei storie inedite, Quentin Blake’s Box of Treasure, realizzata dalla BBC.
Si lega direttamente al tema del Festival, “Shaping Tomorrow”, la sezione Wikicampus, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi Torino e giunta alla sua settima edizione. Il ciclo di incontri è dedicato quest’anno alle professioni dell’audiovisivo e intende imbastire un dialogo tra professionisti e professioniste di specifiche realtà lavorative e gli studenti e le studentesse di cinema e altre discipline artistiche. A partire dall’analisi della rilevanza della formazione universitaria per l’ingresso del mondo del lavoro, si esamineranno i percorsi che conducono a esercitare le professioni del cinema in vari ambiti (sceneggiatura, regia, recitazione, produzione) attraverso le testimonianze dirette di vari ospiti, tra cui alcuni giovani interpreti di successi cinematografici e televisivi della stagione in corso: Paola Buratto (Call My Agent - Italia), Zackari Delmas (Diciannove), Silvia Degrandi e Lorenzo Gleijeses (Parthenope).
Si sintonizza sul tema “Shaping Tomorrow” anche la sezione del Festival dedicata alla realtà virtuale “Presence. Esperienze Immersive” che, come di consueto, sarà ospitata nelle due chapelle CineVR del Museo Nazionale del Cinema. L’edizione 2024, intitolata “FutureScapes “, ci guida alla scoperta dei “paesaggi del futuro” attraverso film immersivi a 360° ed esperienze VR interattive, in cui micro e macro-storie consentono di esplorare mondi possibili attraverso prospettive inconsuete, intime, suggestive, coinvolgenti e, talvolta, disturbanti. Quattro i titoli proposti, selezionati tra le opere a tema presentate e premiate nelle maggiori manifestazioni mondiali di settore: Samsara di Hsin-Chien Huang, Gravity VR di Fabito Rychter e Amir Admoni, Mirror: The Signal di Pierre Zandrowicz e Oto’s Planet di Gwenael François.
Il Festival prosegue il suo progetto triennale “Shaping Tomorrow” organizzando anche quest’anno quattro giorni di masterclass residenziali per studenti e studentesse provenienti da scuole di cinema europee. Dopo l’animazione (nello scorso anno) e in attesa del documentario (nel 2025), protagonista di quest’edizione è il cinema di finzione. Gli aspiranti filmmaker, provenienti dalle quattro scuole ospiti – il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Gian Maria Volonté, di Roma, la FAMU di Praga e la Stavrakos di Atene – seguiranno le masterclass di un team internazionale di docenti, composto da tre registe – l’italiana Francesca Comencini, la francese Iris Kaltenbäck e la franco-tunisina Erige Sehiri – e dall’attore e drammaturgo iraniano Ashkan Khatibi.
Destinato al miglior lungometraggio italiano d’esordio prodotto nel corso dell’anno, il Premio “Gianni Volpi” giunge alla quarta edizione, mantenendo la sua formula ormai consolidata: cinque film in gara, selezionati da tre esperti ai quali, a fine Festival, spetterà anche la scelta del vincitore. Composta per il 2024 dai tre critici cinematografici Pedro Armocida, Chiara Borroni e Giulio Sangiorgio, la giuria selezionatrice ha inserito nella rosa dei finalisti Anywhere Anytime, di Milad Tangshir, Gloria!, di Margherita Vicario, L’albero, di Sara Petraglia, La bocca dell’anima, di Giuseppe Carleo, e Quasi a casa, di Carolina Pavone.
Nella sezione dedicata alle proiezioni e agli eventi speciali, spiccano due film in arrivo, freschi di restauro, dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Presentato in anteprima mondiale al Festival, La parte bassa (1978), diretto da Claudio Caligari con Franco Barbero, girato a Milano nel 1976-77 tra i giovani dei Circoli del Proletariato, è l’occasione per riscoprire, accanto alla produzione documentaristica di un autore di culto come il regista di Amore tossico, la forza e la vitalità di un cinema ultraindipendente. Torna dopo molto tempo ad incontrare il pubblico anche Il giovedì (1964), di Dino Risi, il più amato dal regista tra i suoi “piccoli” film, interpretato da Walter Chiari e restaurato dalla Cineteca Nazionale con Compass Film in concomitanza con il centenario dalla nascita dell’attore.
Presentato in anteprima assoluta al Festival, PIL - Perché Immigrazione è Lavoro, è un mediometraggio reportage nato da un’inchiesta condotta dal regista Stefano Di Polito insieme con un gruppo di studenti torinesi, diretta ad appurare il “peso” reale dell’immigrazione nella società italiana. Attraverso interviste ad attivisti, analisi e raffronti di dati, il film cambia la narrazione dominante, dimostrando quanto gli immigrati “ci aiutano a casa nostra”.
Due gli eventi speciali dedicati ai più piccoli. Quest’anno Sottodiciotto festeggia il suo venticinquennale accanto ai 25 anni della Melevisione. Allo storico programma Rai che ha affascinato generazioni di bambini trasportandoli nel magico Fantabosco, il Festival dedica un pomeriggio speciale, proponendo due episodi della serie e ospitando gli attori che hanno reso il programma un cult per grandi e piccini.
I giovanissimi fan di Ulysses Moore, dal canto loro, potranno scoprire le nuove avventure dell’inafferrabile personaggio in compagnia dello scrittore Pierdomenico Baccalario, che presenterà il nuovo capitolo della saga best seller, I mondi alla fine del mondo (Piemme).
Rientra tra gli eventi speciali la proiezione di Black People Don’t Get Depressed di Sara Chitambo-Hatira, già proposto nel programma dedicato alle Scuole e replicato per tutto il pubblico quale sintesi di un’iniziativa didattico-formativa diventata ormai stabile a Festival. Curatori dei sottotitoli del lungometraggio sono, infatti, gli allievi e le allieve della classe 4E del Primo Liceo artistico, indirizzo Audiovisivo e Multimediale.
Appuntamento speciale, che farà da prologo al Festival l’11 dicembre, sarà UniTo vs. PoliTo: la notte dei corti, iniziativa proposta lo scorso anno in forma sperimentale per offrire una vetrina ai film brevi realizzati nell’ambito degli atenei cittadini, che in quest’edizione diventa una vera competizione. Gli studenti dei corsi di Cinema dell’Università degli Studi di Torino e di Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione del Politecnico di Torino si affronteranno a colpi di cortometraggi davanti a una giuria, in una gara all’ultimo ciak preludio alle molteplici e diverse sezioni competitive del Festival.
Tra queste, il concorso That’s Animato!, che, riservato ai cortometraggi realizzati negli ultimi due anni dagli studenti delle scuole di animazione di tutto il mondo come film di diploma, si conferma come una delle principali occasioni internazionali per consacrare i nuovi talenti del sempre più frequentato genere cinematografico. Quest’anno sono arrivate al Festival ben 1409 candidature da oltre 90 Paesi, tra cui sono stati selezionati 40 cortometraggi, presentati nel corso di tre appuntamenti: uno pensato per i più piccoli e due dedicati a un pubblico più ampio.
In costante crescita è anche Il Concorso nazionale Campus in corto, riservato alle opere realizzate da studenti, o da neolaureati, di scuole pubbliche o private italiane postdiploma, cui sono pervenute quest’anno 387 candidature. Le dieci opere selezionate seguono l’obiettivo di dare spazio alla varietà di stili narrativi, di linguaggi e di contesti rappresentati, in modo da lasciar emergere la grande capacità di introspezione e la profonda sensibilità verso la dimensione esistenziale e sociale espresse dai loro autori e protagonisti.
Il Concorso nazionale Sotto18 OFF riservato ai cortometraggi realizzati in ambiti extrascolastici da giovani under 18, si compone quest’anno di dieci titoli, molto diversi fra loro, realizzati in contesti altrettanto variegati. Tra i cortometraggi selezionati, quest’anno si registra una significativa presenza di opere documentaristiche, espressioni di lavori collettivi, accanto ai prevalenti film di fiction, che spesso affrontano argomenti complessi con sorprendente maturità.
La storica sezione competitiva del Festival, il Concorso nazionale delle Scuole, presenta quest’anno 107 opere – 27 provenienti dalle Scuole dell’Infanzia e Primarie, 40 dalle Secondarie di I grado e 40 dalle Secondarie di II grado – che, come sempre, costituiscono un originale punto di osservazione dell’immaginario giovanile. Dalla selezione, accanto alla molteplicità delle forme espressive impiegate – che spaziano dal documentario all’animazione, dal cortometraggio di sperimentazione a quello di genere, con una predilezione per la commedia e l’horror – emergono i temi costanti nei lavori scolastici realizzati negli ultimi anni: le difficoltà della crescita, la formazione dell’identità, il valore dei rapporti interpersonali, il rapporto con la tecnologia, la piaga del bullismo e la tutela dell’ambiente. La sezione competitiva rientra nell’ampio programma per le Scuole, articolato in oltre un mese di proiezioni, incontri, attività didattiche e formative, che, iniziato il 18 novembre, prosegue fino al 16 dicembre, precedendo e poi affiancando il programma aperto a tutto il pubblico.
02/12/2024, 13:25