Note di regia di "Mina Settembre - Terza Stagione"
Siamo arrivati al traguardo della terza stagione di Mina Settembre.
Per me, un pezzo di vita, oltre che una grande soddisfazione personale.
Adesso che tutto è stato fatto, sento chiaramente l’affetto della gente per questa serie.
Credo che una parte del segreto di questo successo si chiami solidarietà, ed e’ quella che il pubblico percepisce come segnale di speranza che riesce sempre a infondere Mina.
Lei e’ una donna che sa ascoltare e aiutare. In questo modo i problemi delle tante persone che incontra diventano anche nostri.
Quel senso di solitudine che abbiamo nel cuore, si assopisce guardando la nostra assistente sociale al lavoro.
Nella nostra storia, c’è un messaggio di speranza. La cosa di cui abbiamo sempre più bisogno. Le tematiche affrontate in questi anni sono state tante, ma in questo terzo capitolo molte sono legate al mondo giovanile. Ecco proprio grazie ai giovani, Mina Settembre 3 è nata all’insegna del rilancio.
Un rilancio che e’ stato possibile grazie all’intesa che ho con gli sceneggiatori Fabrizio Cestaro e Fabrizia Midulla e grazie al costante appoggio della produttrice Paola Lucisano.
Con Serena Rossi, c’è da sempre una grande complicità, in questi anni abbiamo sviluppato
un’intesa che penso traspaia guardando la serie.
Ho lavorato trattando Mina come se fosse Serena...o forse come se Serena fosse Mina. Per me sono state praticamente la stessa persona.
Da Mina Settembre mi porto via anche l’energia che Marisa Laurito mi ha regalato nel lavoro e nella nostra vita di set. E poi Giuseppe Zeno, con il suo talento e la sua bellezza e tanti tanti attori giovani e non... che sono entrati in questa storia con entusiasmo. Io sono molto soddisfatta del tempo e del risultato ottenuto insieme.
Un pensiero a parte la meritano due ragazze. Fiore, Chiara Russo, la nuova assistente sociale
alle prese con le difficoltà di aver cambiato città e con i suoi guai d’amore, ma soprattutto con l’enorme responsabilità di continuare un giorno... il lavoro di Mina.
E poi, Ludovica Nasti la nostra Viola. Che fa un percorso difficile e sofferto da bambina che diventa donna rapidamente. Un’attrice sostenuta da un grande classe, che è diventata un po’ la figlia di tutti noi.
L’ultima parola la dedico a Napoli.
Il più grande teatro di posa che potessi immaginarmi.
Una città che mi ha stregato, che mi ha riempito di idee e che vorrei sinceramente ringraziare.
Tiziana Aristarco08/01/2025, 16:21