MARINA PIPERNO - Omaggio in streaming su OpenDDB
È online da oggi su OpenDDB l’omaggio a
Marina Piperno, giornalista e produttrice cinematografica (e Nastro d'argento 2011 alla carriera), prima donna in questo ruolo, per riscoprire i suoi lavori su tematiche sociali e politiche, cuore della riflessione negli anni Sessanta e Settanta, tra testimonianze e interviste, documentario e finzione, dalle periferie italiane a quelle sudamericane e africane: sono disponibili in streaming da oggi, sulla piattaforma più grande in Europa per la distribuzione delle opere indipendenti, “Il Cinegiornale della pace”, “Sierra Maestra”, “Diario di bordo” e “Labanta negro”, sul sito (alla pagina dedicata:
https://openddb.it/autori/marina-piperno/). I film sono in deposito presso AAMOD - Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
L’appuntamento con Marina Piperno si rinnova anche lunedì 27 gennaio, per l’evento speciale in occasione della Giornata della Memoria, con la proiezione al Cinema Modernissimo - Cineteca di Bologna, alle 18, del docufilm del 2023 “Le valigie della storia” di Marina Piperno e Luigi Faccini, presenti in sala. Il ritrovamento del materiale girato dal padre tra il 1931 e il 1946 è l’occasione per la produttrice e giornalista di ripercorrere la propria vita, sullo sfondo del Novecento. Bambina negli anni delle leggi razziali, scampata ai rastrellamenti del ghetto di Roma, si salva rifugiandosi con la famiglia in un convento. Tra ricostruzione, voto alle donne, studi e infine il cinema, da cineasta e produttrice coraggiosa e appassionata.
Marina Piperno (Roma, 22 marzo 1935) è stata giornalista de Il Paese, dove si occupava di sport e cinema. Negli anni sessanta si dedica alla produzione cinematografica, fondando nel 1962 la casa di produzione REIAC film: prima donna italiana a ricoprire questo ruolo, i suoi lavori sono incentrati sulle tematiche sociali e politiche che l'avevano contraddistinta come giornalista. Dagli anni settanta le sue produzioni sono in collaborazione con la RAI. Marina Piperno ha 25 anni quando produce il suo primo film: 16 ottobre 1943, sulla razzia tedesca del ghetto ebraico di Roma e la deportazione ad Auschwitz di oltre mille persone, infrangendo il silenzio sceso sulle leggi razziali e la shoah. Ebbe la nomination all'Oscar. Era il 1961 e l'anno successivo fonda la Reiac Film con Ansano Giannarelli e Piero Nelli, percorrendo le strade di un cinema antropologico e storico che nessuno allora praticava. Esemplare è la spedizione africana da cui nacquero Diario di bordo e Labanta negro. Per l'insieme della sua produzione documentaristica Marina Piperno riceve il nastro d'argento negli anni 1967-68. Labanta negro, targa leone d'oro a Venezia nel 1967, diventa prova testimoniale all'ONU contro le violenze dei portoghesi in Guinea Bissau. Per finanziare il proprio cinema di ricerca, produce film industriali e pubblicità, aprendosi alla collaborazione con la Rai per inchieste innovative e film sperimentali. Il suo primo film di fiction è Sierra Maestra (1968-69): con la regia di Ansano Giannarelli racconta la fine violenta di Guevara e le ambiguità di Regis Debray, un giornalista francese che l'aveva raggiunto in Bolivia e, forse, tradito. Negli anni del digitale Marina Piperno lavora ancora più intensamente. Con Luigi Faccini fonda e presiede Ippogrifo Liguria, proseguendo nella raccolta di testimonianze contadine e operaie che diventano libri o documentari. Oggi, Marina Piperno ha firmato una corposa autobiografia, Eppure qualcosa ho visto sotto il sole (ed. All Around) e il film La valigia della Storia, regia Luigi Faccini, da mesi in tour nelle università.
“Il Cinegiornale della pace” (https://openddb.it/film/il-cinegiornale-della-pace/) è il prototipo di quelle iniziative di attività cinematografica indipendente e collettiva su temi di interesse sociale e politico che Cesare Zavattini ha poi ulteriormente promosso attraverso i "Cinegiornali liberi". Qui il tema generale è la pace, ed è introdotto da Mario Soldati: testimonianze, interviste e inchieste affrontano la prospettiva del pericolo rappresentato da un eventuale conflitto atomico e sottolineano la necessità che gli uomini si uniscano per scongiurare all'umanità una immane catastrofe. Il cinegiornale si compone di diversi servizi, tra cui l’intervista con Jean-Paul Sartre.
In “Sierra Maestra” (https://openddb.it/film/sierra-maestra/), il giornalista italiano Franco viene arrestato in Venezuela dalle truppe regolari che combattono la guerriglia e accusato di essere un rivoluzionario. Un giorno, vengono condotti nella sua stessa cella due uomini: un fotografo di moda e un guerrigliero, tra sofferenze comuni e umiliazioni, che uniscono a poco a poco i tre prigionieri e li rendono amici.
Minimalista ed epico, ironico e accattivante, il film che ha per titolo “Diario di bordo” (https://openddb.it/film/diario-di-bordo/) è un documento di straordinario spessore. Nastro d’Argento per la regia ad Ansano Giannarelli e Piero Nelli (1967), racconta i giorni della primavera del 1965, quando dal porto di Mazara del Vallo, in Sicilia, salpò il peschereccio d’altura “Brasilia Quinci”, diretto oltre Gibilterra verso le coste africane del Senegal. A bordo, oltre l’equipaggio e la ciurma dei pescatori, erano saliti anche i due registi, il cui scopo era documentare una inedita avventura di mare, umana e professionale. Gireranno Dakar in Senegal ed entreranno in Guinea Bissau per documentare le violenze dei portoghesi sulla popolazione che invoca indipendenza e liberazione dal giogo coloniale.
Da qui nascerà il film, che si chiamerà “Labanta negro” (https://openddb.it/film/labanta-negro/): l’immersione di Piero Nelli nella lotta di liberazione guineiana e nelle esperienze comunitarie che la caratterizzavano fecero del film un documento eccezionale. Amilcare Cabral, leader del movimento indipendentista, lo presenterà all’assemblea dell’ONU come prova delle violenze che il suo popolo aveva subito e chiave della liberazione raggiunta. Presentato al Festival del Cinema di Venezia nel 1967 il film ottiene la targa Leone d’oro.
16/01/2025, 09:47