ROBERTA POTRICH - Tra moda, cinema e recitazione...
La tua carriera inizia nel mondo della moda, per poi, passare solo successivamente alla recitazione....
Roberta Potrich: Si, devo dire che sono passata alla recitazione un pò per caso, forse era inevitabile visto la mia grande passione per i film, recite e poesie, fin dalla tenera età. Stavo svolgendo dei servizi fotografici vestita da dama del ‘500, tra le calli di una Venezia notturna, una location molto suggestiva, per un fotografo della Rai di Milano che doveva allestire delle mostre con tali scatti. Mi ha informata di un casting per un filmato Rai e in contemporanea per il Teatro Comunale di Bologna, nell’Opera “Il Crepuscolo degli Dei” di Wagner, al quale ho partecipato e da lì è iniziata la mia avventura nella recitazione. L’esperienza mi è piaciuta molto ma ho anche capito che non potevo improvvisarmi attrice per cui ho iniziato a frequentare una scuola di dizione e recitazione, il CTA di Milano e in seguito altri corsi e seminari vari.
Che differenze hai trovato tra questi due mondi e cosa li accomuna?
Roberta Potrich: Nella moda quello che più conta è l’immagine, l’apparenza, per cui il ruolo richiesto è quello della bella ragazza, sempre ben truccata e curata in modo da esaltare al massimo i vestiti o i prodotti da pubblicizzare. Nella recitazione il discorso cambia, è un lavoro più introspettivo, oltre ad un copione da studiare bisogna costruire il “carattere” del personaggio, trasmetterne le emozioni, positive o negative, a seconda di quello che il ruolo richiede. Li accomuna che sono entrambi lavori nello spettacolo, dove la persona è in prima fila, per cui ci vuole sempre l’energia per cercare di dare il massimo, nel presentare l’immagine richiesta. Inoltre, da fuori possono sembrare vetrine fatte di lustrini e spensieratezza, ma dietro c’è un grande lavoro di casting e di preparazione.
Hai iniziato nel mondo del cinema con i Vanzina, per, poi, proseguire la tua carriera lavorando con tanti registi, anche internazionali come Soderbergh. ci parli di queste esperienze?
Roberta Potrich: Ambedue le esperienze sono state molto belle e significative per me. Il film “Quello che le ragazze non dicono” di Vanzina era la mia prima esperienza nel cinema per cui c’era molta emozione. Ho interpretato l’amica delle ragazze protagoniste, tutte insieme al bar di un locale notturno, che parlano delle esperienze amorose e di come sono gli uomini. Il cinema è sempre molto curato, basti pensare che in una giornata di lavoro, il prodotto finito da utilizzare non supera i 2/3 minuti. Nel caso del cinema statunitense questo è ancora più accentuato perchè gli americani hanno i mezzi e i soldi per cercare di ottenere un prodotto curatissimo. In “The International” di Soderbergh mi ricordo della sveglia all'alba, si arrivava sul set intorno alle 6,00 per trucco e parrucco in modo da
essere pronti per l’orario prestabilito di inizio riprese. Altre volte si è girato di notte davanti alla Stazione Centrale e all’ interno del Pirellone (Grattacielo Pirelli). Molte volte erano gli stessi attori protagonisti che volevano fare altri ciak della stessa scena per cercare di dare il massimo e chiedevano al regista di ripetere un'altra volta. Questo lavoro mi ha lasciato il ricordo dell’umiltà e della professionalità di questi grandi personaggi.
Ci racconti, com'è stato interpretare il ruolo della strega in "Menocchio"?
Roberta Potrich: Interpretare il ruolo della strega per "Menocchio" è stata una bella sfida, sia per i molti provini sostenuti, siamo partite che eravamo cinque streghe scelte per poi arrivare a due, sia per la carica emozionale che il ruolo richiedeva, una donna del ‘500 tacciata come strega, incarcerata e torturata dall’Inquisizione. Per rendere credibile il personaggio ho dovuto cercare nel mio trascorso delle esperienze dolorose e metterne in scena il ricordo. Il trucco richiedeva molto tempo, per realizzare le ferite, scurire i denti, le unghie, poi si passava al parrucco, ecc. Abbiamo fatto diverse prove nella location dove si sarebbe girato, le carceri del Castello del Buonconsiglio di Trento, dei locali molto bui e suggestivi che mettevano in uno stato di inquietudine e dove ogni volta urlavo e sfogavo la mia disperazione. Ho un ricordo molto bello di questo lavoro. Il film ha avuto grande risalto nei vari Festival del Cinema in cui è stato presentato, dal Festival di Venezia a quello di Locarno dove ha ottenuto il premio “Annecy Cinema Italien" nel 2018.
Ha che punto pensi sia arrivata la tua "poliedrica" carriera? Continuerai a lavorare per cinema, teatro, moda e TV, o vuoi intraprendere una strada ben definita?
Roberta Potrich: Ti ringrazio per la “poliedrica” carriera, penso di essere arrivata ad un punto di maturità lavorativa di poter scegliere i lavori più adatti a me. La mia strada è quella della recitazione per cinema e tv, con qualche capatina nella pubblicità. Comunque nella vita non precludo nulla, mai dire mai...
Dove ti vedremo in futuro sul grande schermo?
Roberta Potrich: Ho appena girato un cameo per il film “Primavera”, dove interpreto una dama veneziana del 1700. Abbiamo girato le scene, oltre che a Venezia, in una piccola isola della laguna, che non conoscevo, disabitata, in mezzo ad una natura incontaminata. E’ stata una bellissima esperienza.
26/01/2025, 09:51
Simone Pinchiorri