Note di regia de "La Farfalla Impazzita"
“Approcciare un film come “La Farfalla Impazzita” non è cosa facile: si porta sullo schermo una storia importante, che parla della nostra Storia e si va quindi, oltre l’intrattenimento.
Giulia Spizzichino racconta come l’orrore della guerra travolga spesso vittime innocenti, bambini, anziani, e questo racconto lo fa attraverso i suoi occhi, quelli di una ragazza di diciassette anni che vede rastrellare tutta la sua famiglia, tutte le persone a cui vuole bene, che non rivedrà più: un’ immagine indelebile che vive nella memoria di Giulia ormai grande, madre e nonna.
Questa storia trae poi la sua potenza anche dall’accostamento della storia di Giulia a quella di tante altre vittime, di ogni tempo e ogni luogo, non solo quelle ebree della Seconda Guerra Mondiale. Questo accade attraverso il confronto con il personaggio di Elena, una delle Abuelas di Plaza de Mayo, l’associazione delle donne che in Argentina lotta ancora oggi per scoprire la verità sui loro figli e nipoti desaparesidos, scomparsi, e chiedere giustizia. Giulia Spizzichino ascolta con gli occhi lucidi la storia di questa donna, che in fondo non è diversa dalla sua, e da lei prende la forza di continuare la sua battaglia.
Le vittime sono vittime e i carnefici sono carnefici, ovunque e sempre. Questo è ciò che la storia di Giulia Spizzichino ha l’urgenza di portare sullo schermo.
Raccontare questo dramma non è cosa facile, è una storia che ha avuto bisogno di tutto l’impegno possibile, impegno che ho visto anche e soprattutto, negli occhi di Elena Sofia Ricci quando entrava in scena e portava davanti la macchina da presa il personaggio di Giulia, con la sua sofferenza.
Non nascondo che lavorare con Elena Sofia Ricci è stato per me un grande piacere e mi ha facilitato il compito di raccontare questa storia: Elena Sofia ha preso per mano il personaggio, l’ha fatto suo e l’ha accompagnato per tutto l’arco narrativo del film. Non da meno sono stati tutti gli altri attori che abbiamo scelto: tutti hanno dato il massimo, consapevoli che la storia che stavamo raccontando andava trattata con il massimo rispetto e la più grande dedizione.
Un altro aspetto del lavoro fatto su questo film che mi piace sottolineare, è la cura e l’attenzione con cui sono stati ricostruiti gli anni Quaranta e gli anni Novanta. Grazie al lavoro della costumista Sara Fanelli e dello scenografo Massimiliano Sturiale, lo spettatore viene trasportato in un’ambientazione autentica e realistica, che contribuisce a immergerlo nella narrazione e ad agganciarlo emotivamente.
In conclusione, “La Farfalla Impazzita” rappresenta un importante contributo alla memoria storica e alla riflessione sulla violenza e sul dolore causati dalla guerra. Grazie al contributo di tutti i miei
collaboratori e alla bravura degli attori che ho diretto, il film riesce a trasmettere con forza l’urgenza di non dimenticare le atrocità del passato e di lottare anche oggi per la giustizia e la verità.”
Kiko Rosati01/01/2050