Note di regia di "Portrait of Eve"
Che cos’è un corpo queer nel contesto teologico? Cosa può fare una Eva queer per liberarsi dalle infinite narrazioni androcentriche e patriarcali? Eva diventa qui una ricomposizione disomogenea, che abbraccia le sue ripetizioni figurative fino alla vacuità, attraverso l’estasi, per cui non è possibile indirizzarsi al corpo senza rotture, discontinuità, incongruenze, contraddizioni. Per me fare cinema significa categoricamente prendere una posizione, far di sé e delle proprie opere un manifesto d’azione politicamente attiva. Ritengo sia indispensabile combattere la presenza delle nuove ondate di neo-fascismi con un cinema intellettualmente interessato ad esporsi nell’andare sistematicamente contro la sequela di dogmi imposti dalla odierna società. Se siamo i figli indesiderati di questa generazione è nostro vitale compito creare situazioni, opere, lavori di qualsivoglia tipo che possano creare disgusto, abolendo le idee di purezza totalmente illogiche della società perbenista. E dunque Eva ha il dovere di ribaltare ciò che la storia patriarcale ha voluto tramandarci, pretendendo da noi in quanto persone la cui esistenza è condannata dagli ipocriti ideali del contemporaneo, un atto di ribellione. Fare tutto ciò significa realizzare un qualcosa che segua un linguaggio cinematografico libero da qualsivoglia vincolo stilistico e narrativo, trattare la materia in maniera più onirica e spirituale possibile, in quanto trattandosi di un soggetto nomade, non ci si può avvicinare se non in forma confusionaria, disomogena, disillusa. Realizzare e sviluppare film da solo in pellicola, vuol dire semplicemente riconnettermi con la materia viva, vivere l’ebbrezza passo dopo passo di far riemergere una creatura organica dall’oblio cui era destinata. Eva e Adamo sono due personaggi biblici che mi hanno sempre affascinato e ai quali ho riservato un particolare studio, non solo nell’interpretazione giudaico-cristiana, ma anche in quella più esoterica, dove il peccato originale risulta essere una necessità per conoscere Dio. Eva diventa allora una mia proiezione personale, un qualcosa di atemporale e astorico, libera dalle paure dei pregiudizi, capace di danzare e muoversi in sonorità ora primordiali e vibranti, ora in sonorità decisamente più musicali. Un personaggio dalla capacità di essere pienamente sé stesso non perdendo mai la sua spiritualità, perfettamente conciliata con la naturale sessualità.
Carmine Lo Regio20/02/2025, 15:10