FESTIVAL DEL CINEMA DI SPELLO XIV - "Io ti Conosco":
la storia di una donna tormentata
Non è un caso che “
Io ti Conosco” esca nel mese di marzo, nei giorni della festa della donna. Perché è proprio una donna, la protagonista del film diretto dalla regista
Laura Angiulli (autrice anche del soggetto e della sceneggiatura) che ha costruito il suo percorso mettendo in scena il mondo emotivo al femminile. Nel suo curriculum, la fondazione e la direzione del teatro stabile d’Innovazione Galleria Toledo, storica sala teatrale napoletana. Anche il suo ultimo film è una esplorazione profonda di un’anima ferita, una giovane donna che, suo malgrado, è costretta a fare i conti con il proprio passato e con una parte del suo mondo irrisolto, entrando e uscendo dai tunnel dell’anima.
Tutto il film è sorretto da una brava attrice che ha conosciuto recentemente una popolarità grazie alla serie tv “
Call my Agent” giunta alla terza edizione. In quel caso la brava
Sara Drago interpreta il personaggio tragi-comico di Lea Martelli. Da ricordare anche alcune partecipazioni alla serie tv "
Imma Tataranni". In
“Io ti Conosco” la giovane attrice laombarda invece è Nina, donna tormentata che vede la violenza, che vive e ricorda una violenza vissuta anche in prima persona. Di professione è montatrice di cinema. E mentre lavora ad un film sulla violenza sulle donne, ecco riaffiorare alcuno traumi infantili che non si possono dimenticare. Non era affatto un personaggio facile quello di Nina. E
Sara Drago che si ritrova ad avere addosso “tutto il peso del film”, se la cava benissimo anche quando il film si arena in qualche “vuoto” narrativo/drammaturgico. Tutto il film è incentrato su questa figura di donna tormentata. I suoi “frammenti di vita amorosa” vanno a costruire lentamente un delicato mosaico in cui perdersi, fino all’autodistruzione. C’è un mistero che avvolge la sua vita; la scomparsa del marito Giulio. Inevitabile che questa ferita ancora aperta la porti verso altre relazioni sbagliate con altri uomini. E questo non fa altro che aggiungere sofferenza alla sofferenza. Nina scende nei suoi abissi, Nina scende nelle sue paure, affacciandosi spesso alla “finestra di fronte” che si trasforma inesorabilmente in uno specchio.
09/03/2025, 20:13
Federico Berti