Note di regia di "Io Ti Conosco"
Guardo al cinema come luogo privilegiato per la registrazione di quelle esperienze emotive che con tratto particolarmente intenso mi attraversano o mi hanno attraversato in occasioni personali di vita e di lavoro.
Non sono una filmaker d'assalto, questo è il quarto film da me scritto e diretto contro le oltre 50 regie di creazioni teatrali che figurano nel repertorio che m'appartiene, ma ciascuna delle opere che ho avuto opportunità di portare allo schermo è legata a un evento che per un motivo o l'altro ha segnato profondamente il mio percorso esistenziale.
Una messinscena per il teatro presto o tardi la perdi, è nella sua natura; un film, se risponde a un'istanza necessaria, è per sempre. Io ti conosco è un progetto a lungo rinviato, di volta in volta ridisegnato in una sintesi sempre più spinta fino a raggiungere la fragilità di un filo narrativo scritto nel cuore stesso della donna che ne è protagonista.
Nina porta in sé i tratti della grande tragedia, ma come per tutte le vere figure tragiche non c'è epos a illustrarne la storia in quel quotidiano scialbo, ordinario e privo di esaltazioni esteriori che è portata a tirare giorno dopo giorno, mentre dentro il dolore la incupisce, rimesta nella ferita mai sanata, e rinnova ad ogni accenno l'orrore irresistibile che segnò quell'istante: un corto circuito nella sua fragilità di bambina. Via le figure degli affetti, sbattuta sola in mezzo alla vita, perché c'era comunque una vita da continuare, trascinata dalle cose che in ogni caso vanno per la loro strada. Poi arriva Giulio. La presenza di Giulio è uno squarcio di luce nella vita di lei ormai adulta, che alla di lui disponibilità sentimentale chiede di ricolmare la voragine senza fondo delle sue istanze affettive: via ogni aspirazione, e interpretare in lei il tutto della vita ..un carico non indifferente!
Intanto Nina lavora al montaggio di un film, la cui materia ripropone elementi del suo stesso vissuto: monta e rimonta sempre le stesse scene, galleggia nella stagnazione di un'angoscia ossessiva che di giorno in giorno la porta più giù, un esercizio di dolore, un voyeurismo perverso.
Giulio è scomparso: un incidente in mare, o la furia d'amore di Nina per un attimo trasformata in ferocia..? O forse si è ripreso la sua vita e se n'è semplicemente andato.
Si lascia allo spettatore l'interpretazione più vicina alla propria suggestione.
Nina è sola, non regge l'abbandono, nella casa solitaria precipita in un pericoloso catastrofismo, anche le immagini che va montando riportano sempre al medesimo punto e lei non ce la fa. In un impeto di furore manda in pezzi lo schermo della postazione... Potrebbe essere una svolta. Si dà alla disperata ricerca dell'uomo perduto in ogni immagine maschile.. Francesco glielo ricorda nell'aspetto e in qualche significativo tratto del corpo… Lei si lascia andare alla suggestione del momento, forse la gentile disponibilità dell'amico nel proporre docilmente l'opportunità di un affetto... E invece no, non ce la fa, veramente non ce la fa. Per quel sentimento di estraneità che avverte fino sulla pelle...le fa orrore il contatto… scappa via giù per le scale…pericolosa attrazione il vuoto sotto di lei, ma resiste...
La lasciamo al suo smarrimento in un finale ancora da scrivere.
Laura Angiulli07/03/2025, 18:16