FESTIVAL DEL CINEMA DI SPELLO XIV - Sara
Ciocca: "Voglio fare i miei film"
Sara Ciocca, classe 2008, è stata la madrina dell'edizione numero 14 del Festival del Cinema Città di Spello e dei borghi umbri.
Sul palco di Spello hai ricevuto, insieme ai colleghi Samuele Carrino e Andrea Arru, due premi per “Il ragazzo dai pantaloni rosa”: come hai lavorato sul tuo personaggio?
Sara, il mio personaggio, è una luce, un piccolo faro per Andrea Spezzacatena. Il faro della sincera amicizia, quelle amicizie che contiamo sulle dita di una mano. Andrea ha ricevuto molte porte in faccia, lui purtroppo è caduto nel buio di questi tradimenti, Sara era la sua fonte di ottimismo, di felicità. Ho sentito il dovere di portare la mia energia in scena, l'energia più positiva possibile, più gioiosa che potessi avere in quanto adolescente.
Come lavori sui tuoi personaggi?
Saper utilizzare la propria energia è una questione di equilibrio, spesso o si eccede o si diminuisce, il giusto mezzo era accendere l'euforia del personaggio. Amo tutti i miei personaggi, nessuno sarebbe diventato come è stato senza l'altro, ognuno si è aiutato. Alla me stessa giovane direi di continuare a studiare, studiare, studiare... e a leggere!
Per "Il ragazzo dai pantaloni rosa" ad esempio uscivo sempre, giocavo, ero sempre felice, per due settimane ridevo come una pazza: sul set tutto questo fremeva dentro di me, avevo bisogno di vivere e questo mi ha aiutato. L'esperienza è fondamentale per avere più strumenti, e l'esperienza si fa solo vivendo.
Che esperienza è stata quella in "Mimì - Il principe delle tenebre"?
Non tutti i danni vengono per nuocere... In quel momento vivevo un periodo difficile, come adolescente, pensavo tantissimo e piangevo spesso: Carmilla, il mio ruolo in quel film, non pensa tanto, è immersa nel suo mondo e questo ha aiutato anche me. Ero molto ingenua in quel momento, facevo tutto con molta istintività e naturalezza, di sicuro questo mi ha aiutata.
Ti dividi tra scuola, recitazione, musica... cosa ti guida?
Sto sperimentando nella mia vita, sto cercando di acquisire più conoscenze possibili, da ogni tipo di fonte che la vita ci mette davanti. La mia prima fonte di ispirazione e di creazione è stata la danza, poi è arrivato il canto, poi il doppiaggio, poi la natura, la scrittura: tutte queste cose per me fanno l'arte, fanno la recitazione, sono le cose che mi servono per andare in scena.
Qui a Spello sul palco hai letto un monologo che hai scritto tu stessa: ti piacerebbe realizzare lavori tuoi?
Sì! Uno dei miei tanti obiettivi è diventare regista: ho le mie idee e voglio portarle in una creazione artistica, voglio fare i miei film, dirigermeli e voglio pure produrmeli. Ho capito che solo chi produce decide: io voglio decidere sulla mia arte.
Ci vorrà tanto lavoro, e tante cose da fare per arrivare lì: vorrei trattare lo schiavismo negli Stati Uniti, la nascita della cultura jazz, il gospel e il soul nei campi di cotone, vorrei trattare tanto il tema della donna nera nella società afroamericana. Vorrei trattare la musica, nei miei film.
16/03/2025, 10:02
Carlo Griseri