CORTINAMETRAGGIO 20 - Giovanni Veronesi:
"Un viaggio nel mestiere del regista"
Cortinametraggio prosegue con gran successo con un momento di grande ispirazione per i giovani cineasti. Durante il festival i registi hanno avuto l'opportunità di assistere alla masterclass tenuta dal celebre regista e sceneggiatore
Giovanni Veronesi. Con la sua consueta ironia e leggerezza, Veronesi ha offerto una visione sincera e diretta del mestiere della regia, condividendo esperienze personali e dispensando consigli preziosi.
Il regista pratese ha esordito con una dichiarazione audace: contrariamente all'opinione comune, il cinema non prevede una vera e propria gavetta. "Chi ha talento lo possiede sin da subito", ha affermato, citando esempi illustri come i Beatles, già baronetti a 24 anni, o Steven Spielberg, che a 22 anni esordiva con Duel. Secondo Veronesi, la didattica è utile più per creare connessioni e scambi professionali che per insegnare il mestiere.
Un invito alla libertà creativa ha caratterizzato il cuore del suo intervento: è tra i diciotto e i trent'anni che si possono realizzare capolavori, perché solo in quell'età si ha il coraggio di non porsi limiti. "Quando mi sono venduto, sono riuscito a comprare casa", ha scherzato, pur ribadendo che la libertà artistica non ha prezzo. Ha poi sottolineato l'importanza di mantenere una visione personale e non lasciarsi influenzare dalle logiche del mercato.
Il rapporto con i produttori è stato un altro tema centrale della masterclass. Veronesi ha ricordato le collaborazioni con Cecchi Gori e De Laurentiis, produttori di stampo classico con un forte controllo sulle opere. "È il rapporto più feroce, ben più difficile di quello con il cast o la troupe", ha dichiarato, evidenziando il peso della fiducia e dell'investimento economico nelle dinamiche produttive.
Un momento di grande coinvolgimento è stato il racconto del suo incontro con Robert De Niro sul set di Manuale d'Amore 3. Il regista ha sottolineato che il rapporto con gli attori rimane sempre lo stesso, indipendentemente dal loro livello di fama. "Gli attori si complicano la vita, anche quelli più grandi hanno bisogno di un regista che li guidi", ha affermato, citando la celebre risposta di De Niro sul suo aumento di peso per Toro Scatenato: "Sennò lo avrebbe fatto Al Pacino".
Veronesi ha poi espresso il suo apprezzamento per festival come Cortinametraggio, che oggi offrono visibilità ai cortometraggi, un genere che negli anni Ottanta e Novanta non aveva mercato. Ha ribadito quanto sia fondamentale per un autore avere accanto persone che credano in lui, ricordando l'incontro con Francesco Nuti, che ha segnato il suo percorso nel mondo del cinema.
Con uno sguardo più intimo e personale, il regista ha affrontato il tema della morte dei genitori, sottolineando come essi insegnino inconsapevolmente a morire, lasciando un'eredità di consapevolezza che va oltre la vita. "Oggi non ci sono più poeti, ma la poesia resta un elemento fondamentale della storia umana", ha aggiunto, evidenziando l'importanza di affrontare la morte tanto quanto la vita nella creazione artistica.
Infine, Veronesi ha espresso un'opinione critica sulle piattaforme streaming, denunciando la mancanza di referenti concreti e il pericolo dell'algoritmo che monitora l'attenzione dello spettatore. "Immaginare Fellini interfacciarsi con una piattaforma è un paradosso", ha commentato, ribadendo la necessità di preservare l'indipendenza e la profondità artistica nel cinema.
La masterclass di Giovanni Veronesi si è rivelata un momento di grande ispirazione per i giovani autori presenti, lasciando loro spunti di riflessione e preziosi consigli sul mestiere del regista. Il festival prosegue con il suo ricco programma, offrendo ancora numerose occasioni di incontro e crescita per i protagonisti della nuova generazione cinematografica.
21/03/2025, 10:31