Note di regia di "Prophecy"
Prophecy è un prodotto estremamente contemporaneo, che fonde diversi generi in modo inedito, esaltandone le caratteristiche e giocando con i linguaggi, dando vita ad un’opera postmoderna che vuole in primis intrattenere, ma anche suggerire una riflessione sul mondo dei nuovi media. Mi piace definirlo una “action/comedy distopica”, per via della sua natura da commedia, ma che si addentra in tematiche particolarmente attuali, come il rapporto tra le nuove generazioni e la tecnologia, tematica più volte affrontata in recenti film e serie tv di successo.
I personaggi del film interagiscono in modo rocambolesco, creando situazioni che oscillano tra il comico, i momenti ad alta tensione e il dramma investigativo. Da sempre amo sperimentare e cimentarmi in diverse tecniche dal punto di vista registico e venendo dal mondo dei videoclip, degli spot pubblicitari e avendo girato il film Ride, ho da subito percepito Prophecy come un film decisamente nelle mie corde, permettendomi di esprimere appieno le mie caratteristiche come regista e autore.
Prophecy per me è stata un’occasione per spaziare nel registro (commedia, azione, momenti surreali), dove diversi formati e stili convivono, dando vita ad un prodotto decisamente singolare. Un mix di telecamere classiche, cellulari, droni, che si fondono al servizio di un racconto pop sull’amicizia e sulla rivalsa sociale.
Credo che in Italia Prophecy possa essere un prodotto innovativo, pur mantenendo le caratteristiche di film per tutti, grazie anche a diversi elementi tipici di film e serie di successo degli ultimi anni. Un’occasione per dimostrare che il cinema italiano è ormai in grado di giocare coi generi e intrattenere al pari di altri prodotti internazionali.
Jacopo Rondinelli