LA VITA DA GRANDI - Irene, Omar e il loro futuro
Un fratello, una sorella, una famiglia, l'autismo, il mondo degli adulti, sogni e compromessi: "
La Vita da Grandi" è il film d'esordio dietro la macchina da presa di Greta Scarano, attrice tra le più apprezzate della sua generazione, interpretato da Matilda De Angelis e Yuri Tuci.
Il sogno di una vita accantonato per tanti motivi (come successo alla stessa regista, da sempre desiderosa di dirigere ma "bloccata" dal successo immediato come attrice e dalla paura di non essere in grado, ...) è anche uno dei centri del film, che vede un fratello autistico di una famiglia riminese essere diventato - anche suo malgrado - il centro delle attenzioni e delle cure dei genitori, con la sorella minore schiacciata dalla situazione e fuggita a Roma alla prima occasione, accantonando velleità da stand up comedian e accontentandosi di una vita più grigia ma almeno, apparentemente, tutta sua.
La coppia dei fratelli composta da Omar e Irene Nanni si ritrova qualche giorno in un inverno romagnolo e cerca nuovi equilibri, o meglio un primo equilibrio reale che rispetti i loro bisogni: piccoli gesti, grandi sfoghi, dialoghi molto realistici (l'ispirazione viene dal libro dei fratelli Tercon che racconta la loro vera storia, "Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale") e uno sguardo sincero e onesto sul tema dell'autismo, che è il centro ma non è l'unico "motore" del film.
De Angelis e Tuci sono perfetti (soprattutto lui), credibili e in parte: si ride e ci si commuove, a volte contemporaneamente, nel seguirli mentre cercano la propria felicità e scoprono (non un vero spoiler) che sarà più facile per loro cercarla insieme...
Scarano dirige per la prima volta, dopo il corto "Feliz Navidad", e mostra mano sicura su alcune scelte e qualche inevitabile insicurezza (non serviva, ad esempio, il coro familiare disfunzionale e sopra le righe che viene affiancato ai due fratelli, mentre il gruppetto di amici di Omar convince).
Forte l'impronta estetica costruita (il binomio di colori azzurro e ruggine è spesso una guida per i sentimenti), stimolanti le scelte musicali, dichiarati alcuni omaggi ispirazionali (Ulrich Seidl e la sua "Rimini"), evidente il suo bisogno di usare la macchina da presa per emozionare e coinvolgere il pubblico. La speranza è che la neo-regista trovi il tempo e le energie per proseguire le due carriere parallelamente: perderla come attrice sarebbe grave, perderla come regista (in prospettiva) altrettanto.
05/04/2025, 08:28
Carlo Griseri