Note di regia di "Dalla Guerra Fredda alla Guerra Verde"
A metà degli anni Duemila sono andata a girare per la prima volta in Paraguay. Volevo conoscere il Paese d'origine di mio padre, nipote del fondatore del Partito Socialista Paraguaiano, che a 18 anni aveva lasciato il Paraguay durante la dittatura di Stroessner e non si era mai voltato indietro, stabilendosi in Italia, dove sono nata.
Dal 2008, in Paraguay ho potuto vivere e filmare un miracolo politico, l'avvento al potere del primo governo progressista della storia del Paese, carico di aspettative e responsabilità storiche, come la promozione della riforma agraria e dei diritti sociali in un contesto fortemente arretrato che a volte sembrava quasi una caricatura dei mali del Sud globale.
Cambiare le cose sembrava possibile: un sogno che sensibilizzava e univa le persone!
Ma questo sogno si è trasformato in un incubo. Dopo numerosi tentativi di colpo di Stato, il governo è caduto nel 2012. Da questa incredibile esperienza sono nati due film, che si susseguono cronologicamente: "La tierra sin mal" (2008) e "Poder e Impotencia" (2014).
Quest'ultimo film, "Green is the new red", completa la trilogia.
Sono tornata in Paraguay nel 2018, 6 anni dopo il colpo di Stato. Gli effetti del saccheggio della terra, promosso sulla scia del golpe, sono devastanti. La soia geneticamente modificata
occupa ormai il 96% delle terre produttive; si è mangiata l'intero Paese. Le temperature superano i 45 gradi, gli incendi rendono l'aria irrespirabile e il fiume Paraguay, uno dei più importanti dell'America Latina, si sta prosciugando. Ciò che è rimasto delle "campesino communities" in lotta e delle terre indigene, promotrici di modelli alternativi, viene inghiottito da questo processo mortale, sia le terre che le persone. Non è una coincidenza che tutto questo stia accadendo qui in Paraguay, la culla dell'Operazione Condor.
Ho deciso di tornare a filmare Martin, Miguel Angel e altri compagni di avventure dei film precedenti, attivisti e amici, per cercare le radici di questo disastro. Il coraggio e il carisma di queste persone mi ispirano profondamente. Le lotte della mia generazione, che sta vivendo il "punto di non ritorno" della crisi ecologica, sono un'eredità diretta delle loro battaglie. Vado per placare la rabbia e il dolore che provo nel vedere il mondo andare in malora. Ma è solo l'inizio: in quegli stessi anni sono esplosi i primi incendi massicci in Amazzonia, e poi è arrivato il Covid.
Il viaggio del film durerà diversi anni e mi permetterà di incontrare nuovi alleati, nuovi compagni di viaggio, di abbeverarmi al loro coraggio e alla loro forza morale, di guardare in faccia le cose, anche se spesso con paura e dolore. L'ampiezza del tema, la natura dell'indagine, immersa in un'atmosfera che si tinge di oscurità viscerale, fanno di questa ricerca una discesa nei gironi dell'Inferno dantesco.
Ma l'affetto e il coraggio impongono la necessità e scacciano la paura, tanto che tutti noi, i personaggi di questa storia, siamo convinti che questa impresa, così vitale per la giustizia e la sua riparazione, debba essere intrapresa.
Anna Recalde Miranda