TRENTO FILM FESTIVAL 73 - "Beyond - Lettera a chi
non è andato oltre": impresa di Alex Bellini
Al
Trento Film Festival, il mediometraggio documentario "
Beyond - Lettera a chi non è andato oltre" vede una regia firmata da Alex Bellini, esploratore e autore di libri sulle proprie esperienze, che così unisce ai propri occhi e alle proprie mani il supporto tecnologico di una GoPro, in co-regia con
Francesco Clerici, fotografo, che lo segue in una dura e fredda spedizione: la traversata del Vatnajökull in Islanda, il ghiacciaio più grande d'Europa, che tra meno di un secolo si sarà ritirato fino a scomparire. Se l'esplorazione precedente nello stesso ghiacciaio fatta dall'esploratore in solitaria (come sempre) nel 2017 è stata per Bellini una prova intensa per testare il proprio limite, questa del 2025 in compagnia, fatta iniziare al fine di creare immagini, sembra voler dare una concretezza a questo limite, sperando nella possibilità di superarlo, di andare oltre (come da titolo).
Il film è secco e semplice nell'impostazione visuale, ma chiaramente l'iter dietro è un'avventura pericolosa a dir poco. Bellini è spesso al centro dell'immagine, spartisce il campo (dell'inquadratura e del viaggio) col ghiacciaio, come se "
Beyond - Lettera a chi non è andato oltre" volesse preservare la sua forma mentis da viaggiatore nella stessa (o in maggiore!) misura in cui vuole conservare un ricordo visivo del ghiacciaio, con la sua imponenza che porta con sé la fredda e solenne indifferenza della natura. I rischi del freddo e del vento sono sempre dietro l'angolo, incluse violente cadute (anche dentro un vulcano) che gonfiano le insicurezze dei due registi/viaggiatori, ma spesso Bellini sembra ritrovare la catarsi nella potenza della sua missione — soprattutto quando la vede come una lettera alle figlie che non capiscono il suo mestiere, con cui a volte "comunica" parlando in macchina.
"
Se oggi sono ancora vivo lo devo anche alla paura. Mi spinge ad agire con più attenzione" - in questa frase sembra esserci la chiave urgente di "
Beyond - Lettera a chi non è andato oltre" e del suo sguardo documentario che è eguale e pari allo sguardo esplorativo e non punta affatto al puro cinema d'informazione e osservazione. Non è un limite o un difetto: il film non si pone i limiti dello sguardo filmico e procede libero come una catalogazione di eventi messi in fila, come un libro. In questo senso, senza alcuna ambizione o pretesa herzoghiana nella regia o nel montaggio, il respiro del pericolo del più grande documentarista europeo si sente nelle parole e nello sguardo freddo e profondo dell'esploratore, centro e chiave dell'equilibrio dell'impresa.
Il lavoro di Bellini e Clerici è dunque un interessante coacervo di impulsi umani, un lavoro umano/antropologico e naturalistico visto dall'interno dell'istinto dell'esplorazione. Non importa cosa succede ma da che punto lo guardi, e lo dicono anche loro. Un documentario così, mai retorico e sempre onesto, che sfoggia limiti tecnici a pari passo coi limiti umani dell'impresa documentata, è avventuroso anche per lo spettatore, fisicamente e nel pensiero. È estremo senza essere estraneo e tanto serve.
27/04/2025, 15:33
Nicola Settis