iglio illegittimo del principe Giuseppe De Curtis e della giovane Anna Clemente, Totò nasce alle 7.30 del 15 febbraio 1898. Registrato all'anagrafe con il cognome materno, verrà riconosciuto come figlio dal principe soltanto nel 1928. E’ la madre stessa che gli dà il nomignolo di Totò. Dopo aver frequentato le scuole elementari, si iscrive al collegio Cimino, dove un suo precettore, tirando di boxe, gli causa quella deviazione del setto nasale che col tempo sarebbe diventata un tratto caratteristico del suo viso. ...visualizza tutto A 14 anni abbandona gli studi e si avvicina per la prima volta al teatro. Con lo scoppio della Grande Guerra, nel 1915, si arruola volontario, ma riesce ad evitare la prima linea. Ed è proprio sotto le armi che conia il celebre motto: "Siamo uomini o caporali?". Nel 1918, alla fine del confitto, torna a Napoli e comincia a recitare in piccoli teatri con un repertorio di imitazioni. Nel 1922 si trasferisce a Roma e ottiene una scrittura al Teatro Ambra Jovinelli e al Teatro Umberto. Arriva il successo e insieme a quest’ultimo anche ricchezza e belle donne. Dopo una burrascosa relazione con la cantante Liliana Castagnola, finita tragicamente con il suicidio di quest’ultima, Totò sposa nel 1932 la diciassettenne Daria Lucchesini Rogliani, che nel 1933 dà alla luce la figlia Liliana e dalla quale si separa nel 1950. Il debutto nel cinema avviene nel 1937 con il film “Fermo con le mani”. Da allora, fino al 1967, interpreta quasi 100 film visti da oltre 300 milioni di spettatori, un record che non ha eguali nella storia del cinema italiano. Tra i titoli più celebri della sua filmografia si ricordano "L'Imperatore di Capri", "Totò sceicco", "Guardie e ladri" di Steno e Monicelli, interpretato insieme ad Aldo Fabrizi e che gli vale il primo "Nastro d'Argento", "Totò a colori", “Totò in 3D - Il più comico spettacolo del mondo”, primo film in 3D nella storia del cinema italiano, "Miseria e nobiltà", "L'oro di Napoli" di Vittorio De Sica, "Siamo uomini o caporali?", "I soliti ignoti" di Mario Monicelli, "Risate di gioia" con Anna Magnani, "Operazione San Gennaro" e “Uccellacci, uccellini” di Pier Paolo Pasolini per il quale, nel 1966, ottiene il secondo Nastro d’Argento, il premio al Festival di Cannes e il Globo d'Oro. Muore il 15 aprile del 1967 a causa di un serie di attacchi cardiaci. Al suo funerale, all'interno della Basilica del Carmine Maggiore a Napoli, partecipano oltre tremila persone, mentre altre centomila sostano nella piazza antistante.