Sinossi *: Basso Sulcis, Sardegna sud occidentale.
L’eco delle esercitazioni militari accompagna il sorgere del nuovo giorno. La piccola barca in legno solca le limpide acque. Luciano è un pescatore esperto ma è costretto a pescare in zone limitate, non può più calare le reti nei punti preferiti a causa delle esercitazioni militari mare-terra-mare che si svolgono nel poligono di Capo Teulada. In quelle acque dove fino a poco tempo prima, per una sorta di patto di non belligeranza, gli veniva consentita la pesca nelle soste dei giochi di guerra.
La storia di come sia nato questo poligono è assai confusa: vendite,
espropriazioni, rivolte di contadini che non volevano lasciare la terra fertile, che gli americani, prima, gli inglesi poi e gli italiani infine, trovavano perfette per esercitarsi alla guerra. Un piano che si svolge nel decennio 1950 – 1960, in cui la poco abitata Sardegna diventa terra da sacrificare alle esigenze militari. Una vicenda orchestrata da Roma con connivenze dei politici locali, con un epilogo drammatico e che alla fine attribuì al Genio militare 7500 ettari di territorio.
L’auto costeggia il muro di cemento e filo spinato che delimita il poligono. Quel mare, una volta così pescoso, è diventato un sacrificio senza ritorno. Luciano è un uomo ostinato, determinato, non vuole rinunciare al suo lavoro e non si dà per vinto.
Si calano le reti, si tirano su le nasse e le si ributta a mare, si preparano con cura le diverse esche. Ma il mare è particolarmente avaro, e dove non lo è non si può più pescare! Luciano ed i suoi colleghi pescatori sono gente che non si rassegna.
Serve un gesto clamoroso, civile ma eclatante, bisogna scuotere l’opinione pubblica.
Bisogna occupare, interrompere i giochi di guerra, a cui pare partecipi anche la seconda flotta americana sfrattata dall’isola di Vieques per le proteste popolari. E si fa rotta verso il mare proibito
Note:
Pellicola girata in lingua italiana e dialetto sardo.
In Sardegna i No-global e alcuni movimenti ambientalisti si sono rifiutati di vedere la pellicola perché proiettata in cinema multisala appartenenti a delle note multinazionali.
Negli anni Cinquanta in Sardegna sono stati espropriati 8000 ettari di terra per realizzare il poligono militare di Capo Teulada. L'isola è stata considerata come "una portaerei gigante che non si può affondare" e il territorio è stato militarizzato approfittando del fatto che fosse poco abitato. I pescatori del basso Sulcis sono stati estromessi dal mare una volta così pescoso, ma, se prima il divieto di pesca era solo durante le esercitazioni NATO, dal 1997 le restrizioni sono diventate ancora più severe.
L’Isola de La Maddalena (base militare USA in territorio sardo) non è stata occupata abusivamente dall’esercito americano, ma è stata ad esso "regalata" dallo stato italiano quale ricompensa per l’ intervento degli USA in aiuto del popolo italiano durante la seconda guerra mondiale.