Sinossi *: Un pulmann di emigrati fa ritorno in Emilia-Romagna per prendere parte ad una serie di celebrazioni. All’Hotel Porro di Salsomaggiore, introdotti dalle note del Nabucco di Verdi, prendono la parola in molti. C’è chi racconta di come il viaggio per l’estero fosse, una volta, un semplice biglietto di sola andata. Oggi i tempi sono cambiati e la gente “torna” più spesso.
Edmondo Berselli racconta di come gli emiliani siano stati sempre molto razionali nel loro lavoro, tanto da inventare la macchina più bella del mondo, ma nello stesso tempo balzani e fantastici, dediti alle “matterie” come i film di Fellini, le opere di Ligabue o quelle di Lizzardi, o di Delfini che era completamente matto, tanto da parlare di “fascismo surrealista” mentre quelli dell’Ovra gli dicevano: Delfini, tu sei matto!. Minatori emigrati in Belgio raccontano le loro storie e c’è chi racconta di Guido Picelli e Fortunato Nevicati, morti nella guerra di Spagna. Ma il momento forse più emozionante è verso la fine.Quando la figlia di un emigrato in Argentina traduce le parole del padre: è tanto emozionata che si dimentica di tradurre in italiano e ripete quello che il padre dice in spagnolo.