Sinossi *: L’hanno chiamato anche per aprire il concerto di Manu Chao, a cantare in P.za S. Giovanni di Roma il I° maggio, davanti a migliaia di persone, ma lui preferisce le feste di compleanno nelle aie salentine. Ha più di 70 anni ma lo si vede ancora suonare nelle feste di paese, così come lo invitano i giovani davanti a platee più vaste. Lui, Uccio Aloisi, arriva sempre con lo stesso tamburello di quando tantissimi anni fa aveva inizia. E’ il testimone, il traghettatore, il custode della tradizione salentina del suono del tamburello. Nel salento è un mito, qualcuno gli ha anche pubblicato una serie di cd con tanto di libretto sulla sua attività. E lui è e resta un contadino. Con la sua ape si reca ogni giorno in campagna per curare il suo piccolo appezzamento di terra da cui ricava il suo sostentamento o per andare a giocare con i nipoti. La moglie, un’anziana signora-contadina lo asseconda. Ogni tanto qualcuno lo viene a chiamare per suonare ad una sagra o a un concerto. E lui è sempre li, in campagna che prova e custodisce la tradizione a cui tutti oramai si rifanno. Giovani e meno giovani.