Sinossi *: "Nessun uomo è un’isola" scriveva il poeta inglese John Donne, ma di sicuro Witige Gaddi è tutt’uno con l’isolotto occupato dal suo casone nella laguna di Grado, in provincia di Gorizia. Riverdì è un incontro con la sua persona, un grande amante della vita e dei viaggi intorno al mondo. Sfuggente alle definizioni, Gaddi ha fatto esperienze disparate: il fotografo, il macchinista, il pescatore. Sono molti gli intellettuali approdati nella sua dimora, dove continua a vivere a modo suo: pescando nelle acque lagunari e prendendosi cura di quell’angolo di mondo.
Il film è un confronto tra generazioni, i giovani registi alle prese con il protagonista ormai ottantenne. Ne emerge un rapporto rispettoso da entrambe le parti, le macchine da presa si inseriscono con naturalezza nel ritmo delle giornate di Gaddi mentre quest’ultimo si dona nei suoi racconti, nel suo dialetto, divertito e con un forte senso dello humor.
In questo intreccio tra i ricordi del passato e la quotidianità emerge la figura di un uomo che non si è arreso allo scorrere del tempo, che ha ancora voglia di scoprire il mondo, per tornare poi sempre alla sua casa dalle porte aperte.