Sinossi *: Italia, 1976. Le Brigate Rosse danno il via alla stagione detta degli Anni di Piombo. La Democrazia Cristiana vince le elezioni politiche ma il Partito Comunista conquista il 34% dei voti. Il Presidente della DC Aldo Moro propone l’alleanza con il Pci di Enrico Berlinguer, aprendo la possibilità all’ingresso del più grande partito comunista occidentale nell’area di Governo.
Un’ipotesi che si rivela ben presto scomoda a troppi. Non piace agli Stati Uniti. Non piace ai potenti dell’economia. Non piace a gran parte delle forze di polizia e dei Servizi segreti. Non piace alla loggia massonica segreta P2.
Roma, 1978. Aldo Moro viene rapito il 16 marzo in via Fani. 9 maggio: il cadavere di Aldo Moro viene fatto ritrovare in via Caetani, abbandonato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa.
Nei 55 giorni di prigionia, Aldo Moro scrive di proprio pugno, su una serie di block-notes, le risposte agli interrogatori delle Brigate Rosse. Scrive un vero Memoriale e diverse lettere indirizzate ai familiari e ai colleghi di partito nonché esponenti delle istituzioni. Parte di questi scritti sono stati ritrovati: ma quali mancano e cosa rivelavano?
Dal 16 marzo 1978 sono passati trentatré anni, quattro processi, due Commissioni parlamentari, e tante inchieste giornalistiche. Eppure sul sequestro, la prigionia e l’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro i fatti non sono ancora chiari.
Molte le domande ancora sospese e a cui il film cerca di dare risposta: chi ha deciso il sequestro e perché? A chi faceva comodo la scomparsa dello statista? Da chi era composto veramente il gruppo di fuoco di via Fani? Dove è stato tenuto prigioniero Moro? Chi l’ha materialmente ucciso? Le brigate rosse hanno veramente agito da sole? Che ruolo hanno avuto i servizi segreti italiani e stranieri e addirittura le organizzazioni criminali nostrane? Perché la prigione non è stata trovata? Quale ruolo ha avuto il sistema politico italiano nella gestione del rapimento? Si voleva veramente liberare Moro?