Sinossi *:
A ovest Venezia, a est Costantinopoli. La storia di un uomo che vive alla periferia dell’impero, nell’arcipelago croato. Il villaggio di Velo Grablje, con i suoi ultimi cinque abitanti, scompare in un mare di nebbia, in una regione al termine di questa Europa globale. Una voce femminile, che si presenta come l’oracolo di Delfi; una donna nata in Marocco che ha deciso di vivere sull’isola di Hvar. Guerra, morte, eredità del socialismo reale, in un dialogo generazionale tra Ivana e suo zio, nato Sinai Zaninovic.

Stefano Migliore (Presa Diretta)

Produttore:
Stefano Migliore

Art Supervisor:
Stefano Croci

Post-produzione:
Giuseppe Petruzzellis

Voce Narrante:
Leila Amacker

Traduzioni:
Ramona Ruggeri

Traduzioni:
Sandra Ramic

Traduzioni:
Kristina Kovac

Traduzioni:
Julia Hart

Graphic Design:
Tana Garrido

Contributo Scientifico:
Alessandro Montanari

Supervisione Scientifica:
Laura Corazza

NOTIZIE 'Sinai - Un Altro Passo sulla Terra'



Note:
INTRODUZIONE AL FILM
Doveva essere un progetto di natura scientifica, nella successione di piani e icone che avrebbero creato una struttura coerente, un film sulle condizioni di vita dell’isola croata di Hvar, antica Lesina veneziana.
Ma qualcosa è mutato in maniera imprevista, e l’importanza di questo nuovo status ci ha trovati pronti a ricevere il cambiamento.
Quello che abbiamo visto è apparso come un miraggio spirituale rispetto all’esistenza di un uomo.
Il villaggio di Velo Grablje quasi disabitato ci ha permesso di spingerci oltre, verso un sentimento universale.
A questo punto si sente un’urgenza di contrasto, l’isola vista come una prigione, immaginata nel suo novembre terribile, tra le piogge.
Ci è stato detto che nel villaggio restano solo case vuote e rovine.
Proprio loro mantengono il paesaggio in equilibrio dall’affondare nell’incertezza della natura. Contemplare questa dimensione è come partire per un viaggio nella purezza del tempo.
Dobbiamo trovare il tempo di credere in questa storia. Il confine geografico risulta come una orizzontale visione panica del pensiero.
L’isola come prigione per chi la abita, o in altre parole, la nostra gabbia d’oro così amata.
Essere circondati dal mare e costantemente minacciati significa non porsi nemmeno la domanda sull’origine degli altri: “noi, abitanti del
continente, siamo solo passanti”. Questo il commento di Agnes, arrivata qui dal resto del mediterraneo, con la decisione di fermarsi.
Ma non è soltanto un desiderio per aumentare la qualità della vita.
Sembrano prospettive animate da qualcosa d’altro. Qui tutti i movimenti, nella loro natura sistematica, hanno un peso specifico differente, e
questo peso definisce la vita. Ecco perchè siamo alla ricerca di qualcosa legato all’esistenza su questa isola. Forse solo perchè qui è più ovvio
trovarlo. Come un El Dorado per il pensiero che diventa direzione, per il gesto che arriverà al potere dell’azione. Il valore della scoperta
dell’Altro da sè, con la geografia a conferma del nostro bisogno di conoscenza, non lontani dall’arcipelago dove Ulisse mosse il suo viaggio.

Sinai è nato in Egitto come rifugiato.
Lo abbiamo seguito durante il giorno nelle sue azioni, seguendo la sua visione del mondo ricca di referenze che portavano ad un altro
mondo, forse mai realmente incontrato, ma vissuto nella fantasia. Questo rituale quasi ascetico per noi, è diventato come un dovere. Lui è
l’esponente di una civiltà che sta scomparendo, o lentamente rinascendo, al momento dell’ingresso della Croazia in Europa. Finalmente, si
compie ancora uno sforzo, questa volta narrativo. Una voce celebrerà la sublimazione di questo enigma, la creazione di un mondo perduto,
e sarà la voce femminile dell’oracolo di Delfi, forse comparabile ad una agenzia di viaggi dell’epoca, attiva appunto tra oriente e occidente.

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