Sinossi *: C’è una vocazione trenale nel cinema, forse dovuta alla binarietà dell’audiovisivo, forse dovuta all’idea di scorrimento. Dal finestrino dello schermo si vedono le immagini di cose ben note: i vecchi vagoni che attraversano i luoghi deserti; i sedili hanno la sterilità della menopausa e la pelle di un’anziana di provincia; le rocce hanno qualcosa di familiare; le rive hanno la schiuma alla bocca per il mancato assortimento. Sul fondo di una tazzina di caffè ci sono le costellazioni. Le tratte si perdono sempre nel vuoto.