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Il ricordo di Mauro Rostagno, "Una voce nel vento"Sinossi *: Mauro Rostagno nasce a Torino il 6 marzo 1942 da genitori piemontesi entrambi occupati alla Fiat. Frequenta le più qualificate scuole cattoliche di Torino. Si appassiona alla filosofia, all’arte ed alla musica jazz. A diciassette anni, in gran segreto, si sposa a Roma, spinto anche dall’esigenza di provare ad emanciparsi dai vincoli familiari. Dal breve matrimonio, subito segnato dalla separazione e poi concluso dal divorzio, dichiarato nel 1974, nasce Monica.
Nei primi anni Sessanta aderisce alla gioventù socialista vicina al Psiup e per circa sei mesi prende parte ad attività sindacali. Nel 1964 si trasferisce a Trento dove studia Sociologia. Conosce Renato Curcio e Paolo Palmeri. In quel periodo, recandosi in Francia, conosce Rocard-futuro ministro socialista- all’epoca militante dell’estrema sinistra. Rostagno viene espulso dalla Francia, mentre stanno per esplodere i movimenti giovanili. Si laurea a Trento nel 1970 con docenti come Andreatta, Bobbio e Alberoni. Ritorna a Milano, occupandosi dei problemi dei lavoratori della Pirelli e partecipando alla fondazione del movimento politico di Lotta Continua, anonimamente dirigendo, per circa quattro mesi, l’omonima testata. Conosce Pisolini, Sartre, Roversi e Marco Ferreri. Nel settembre del ’70 conosce Chicca Roveri con la quale condividerà diciassette anni di vita: da questa unione nasce Maddalena. Dal settembre del ’72 al marzo ’75 si stabilisce in Sicilia, a palermo, come responsabile regionale di Lotta Continua: insegna sociologia all’università e partecipa alle proteste dei “senzacasa”, con cui organizza l’occupazione della Cattedrale e del Comune. All’emergere delle prime Brigate Rosse, ventidue compagni del gruppo dirigente di Lotta Continua vengono arrestati. Finisce dentro anche Rostagno per banda armata e associazione sovversiva. Sarà scagionato e liberato poco tempo dopo. Nel 1976 si conclude l’esperienza di Lotta Continua.
Nel 1977 apre ufficialmente, a Milano, “Macondo”, ritrovo giovanile alternativo, fondato da Rostagno, dove peraltro viene celebrata una provocatoria asta di “svendita per fallimento del ‘68”. “Macondo” chiuderà per reati connessi all’uso di droghe con un processo allo stesso Rostagno. Nel ’78 si converte agli “arancioni” di Bhagwan. Con Chicca, la figlia Maddalena e l’amico Francesco Cardella, per un anno(’80-’81) si trasferisce a Poona, in India. Tornato in Italia si trasferisce a Lenzi, vicino Trapani, dove Cardella possiede un baglio che adatteranno a sede “arancione”. Dopo un paio di anni il centro si tramuta in Comunità di recupero per tossicodipendenti, con il nome di Saman. Dall’aprile del 1987 Rostagno inizia a collaborare con Radio Tele Cine, una locale emittente televisiva: un giornalismo, quello di Rostagno, all’insegna della denuncia dei traffici illegali mafiosi, e non solo, di Trapani e provincia. Il 12 agosto 1988 riceve, dai giudici di Milano, un avviso di garanzia in relazione al delitto Calabresi; tra gli imputati dell’omicidio vi è Adriano Sofri, ex leader di Lotta Continua. Rostagno viene assassinato in un agguato a Lenzi, a poca distanza dalla Comunità Saman, il 26 settembre del 1988.