Sinossi *: Marta Pasqualini osa ispirarsi a frammenti di cortecce e germogli per introdurre la creatività di Toni Zuccheri, un architetto che è stato anche un “artigiano” che guidando i maestri vetrai di Murano ha ottenuto straordinari manufatti solo in parte debitori della natura. Ma quello che esce da “Un uomo chiamato Toni” , contrappuntato dalla voce di Ugo Pagliai che legge una poesia di Nanni Cagnone, non è l’illustrazione delle forme definitive ma è la tensione del momento del progetto, quando il pensiero diventa segno, affidando alla matita la predisposizione di quanto verrà plasmato dal fuoco nella fornace, la fabbricazione di una emozione.