Sinossi *:
Il signor di Bric a Brac non è un nobile feudatario ma un uomo che racconta la sua vita come rovistasse in un cassetto pieno di oggetti preziosi e gioielli falsi. Così Valentino Parlato racconta la sua vita, cominciando dalla sua passione per i libri per poi passare ai ricordi personali: dall’infanzia in Libia, la guerra, il pogrom contro gli ebrei di Tripoli e le alternate passioni politiche, fino alla militanza comunista che gli costerà l’espulsione dalla Libia, un foglio di via che Parlato col senno di poi giudicherà un colpo di fortuna. Rimpatriato, da Roma inizia la sua carriera da comunista. Comincia come correttore di bozze per l’Unità fino alla sezione economica del comitato centrale del Pci a Botteghe Oscure. Poi nel 1964, con la morte di Togliatti, entra a Rinascita. Ha una breve parentesi di collaborazioni con la Banca Mondiale, cosa non vista di buon occhio da alcuni “compagni” del Pci. Parlato racconta dei personaggi e dei discorsi fatti passeggiando per il quinto piano di Botteghe Oscure. In seguito comincia l’avventura con il manifesto, prima la rivista, poi l’espulsione dal Pci e quindi il manifesto “quotidiano comunista”, in edicola tutti i giorni dal 28 aprile 1971, libero da padroni nonostante, i suoi cronici problemi finanziari . Qui si passa ai grandi cambiamenti di fine millennio, soprattutto nel mondo del lavoro. Dagli operai, alla catena di Mirafiori, ai precari. La crisi della sinistra “che non si riconosce neanche allo specchio”. La crisi del sistema che è anche causa di problemi per l’amministratore delegato della Fiat. Il racconto comprende, sempre in uno stile colloquiale, incontri con personaggi della scena italiana, come il patron di Mediobanca Enrico Cuccia. Considerazioni sulla prima e la cosiddetta seconda repubblica. Infine si autocritica per quello che egli stesso considera la sua poca serietà e spiega il motivo dell’espulsione dalla Libia, per ordine dell’Autorità militare britannica, che lo ha trasformato da anonimo avvocato a noto giornalista.



Note:
Valentino Parlato è stato direttore nonché fondatore storico del quotidiano "Il Manifesto".
Matteo Parlato, autore del documentario con Marina Cantucci e Roberto Salinas è il figlio di Valentino Parlato.
Immagini di repertorio tratte dall'Archivio del quotidiano Il Manifesto.

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