Sinossi *: Il 27 febbraio 2012 la corte amministrativa di Coblenza, nella Germania Ovest, ha rigettato un reclamo da parte di un ragazzo di colore nato e cresciuto in Germania, di madrelingua tedesca, che si era rifiutato di mostrare i propri documenti alla polizia durante un viaggio in treno.
I giudici hanno sentenziato che il colore della pelle può essere motivo unico e ragionevole per eseguire il controllo dei documenti di una persona. La sentenza ha, per la prima volta dalla fine della Seconda
Guerra Mondiale, confermato l’esistenza e la pratica da parte della polizia tedesca di criteri basati su etnia e razza per l’identificazione di potenziali sospetti.
Berlino, capitale europea del futuro.
Qui giungono ogni giorno migliaia di giovani per godere dell’atmosfera artistica e culturale della città. “Multi-‐kulti” è l’aggettivo che spesso accompagna la descrizione della città del muro. Anche secondo l’amministrazione cittadina non esiste alcuna pratica di racial profiling a Berlino. La verità, però, è molto più complessa. Dal 2002 organizzazioni come Reach Out e Kop Berlin hanno registrato e documentato più di 150 casi di violenza e comportamento brutale da parte della polizia berlinese nei confronti di stranieri.
"ID-‐Withoutcolors" dà voce ad attivisti, poliziotti, politici, vittime e potenziali tali, con l’obiettivo di dare una visione d’insieme di che cosa sia il racial profiling, quali siano le origini, quali le problematiche sociali e psicologiche conseguenti, nonché mostrare il lavoro svolto dalle associazioni di volontari. Nonostante si tratti del primo e al momento unico documentario sultema in Europa, il film è stato boicottato dai principali festival istituzionali tedeschi e ignorato dai media nazionali.