Sinossi *: La Sardegna, l’isola al centro del Mediterraneo, sul finire del ventunesimo secolo, è un territorio in cui non può essere applicata alcuna legge. I suoi abitanti hanno accettato di espatriare e di non farvi più ritorno. In compenso, ciascuno di essi riceve una cospicua somma di denaro. L’ingente capitale destinato ai sardi espatriati viene fornito da investitori che utilizzano l’isola per attività che sarebbero illegali in qualsiasi altra parte del mondo: traffico d’organi, prostituzione minorile, sperimentazione con armi di sterminio e altre simili forme di guadagno, diventano in Sardegna business che possono essere sviluppati alla luce del sole e senza alcun controllo. Chiunque desideri occupare in questo modo il territorio dovrà mettere a disposizione enormi somme di denaro da corrispondere ai sardi in diaspora. La Sardegna, diventata nazione a sé, è governata da un’unica autorità, eletta dal popolo non sulla base di un programma politico, ma per la sua abilità nell’ottenere maggiori capitali dagli investitori. Sono passati venticinque anni da quando si è instaurato il nuovo regime: da allora, la popolazione ha sempre confermato al potere Greca Laconi, abile nelle trattative e ferma nelle decisioni. Oggi si tengono per la sesta volta le votazioni per il Governatorato. La rielezione della Governatrice sembra scontata anche stavolta, ma non è così. Un avversario politico di cui non si conosce il volto fa inaspettatamente incetta di voti. Non solo: un gruppo di giovani, discendenti dai primi sardi emigrati, sbarca illegalmente nell’isola, in tenuta da guerriglia.