Sinossi *: Il rapporto tra madre e figlio è totalizzante, occupa ogni spazio interiore ed esteriore, definisce la traiettoria in cui può dispiegarsi una riflessione sul senso dell’esistere. Francesco e sua madre Italia vivono insieme in un appartamento dietro il Duomo di Pavia, lei ormai bloccata sulla sedia a rotelle incarna il mistero della vecchiaia, il suo corpo è già abitato da una dimensione sconosciuta.
Il figlio se ne prende cura con morbosità, ripetendo quei giochi infantili, i rituali privati che permettono alla donna di rimanere aggrappata a questo mondo.
Francesco è un attore ed è quindi con naturalezza che il piano di realtà e quello di fantasia si mescolano, trasfigurando giornate altrimenti tutte uguali, fino a quando le parole della madre vengono pronunciare dal figlio in una resa dei conti definitiva.
Ne emerge una visione della vita cupa e disturbante, la dolce schiavitù dell’essere stati generati da qualcun altro è una perenne privazione di libertà che non lascia scampo se non in una impossibile deflagrazio