Sinossi *: In un’ora e venti di proiezione in cui le testimonianze di ex dipendenti e di “figli e nipoti della Monce” si alternano con scene di fiction che in molti casi prendono spunto proprio dai loro racconti, vengono fatte rivivere vicende e persone che hanno accompagnato la vita e l’epopea della fabbrica, attraversando 70 anni di storia. Dal 1906 quando venne fondata dal Cavaliere Fortunato Bauchiero, a quelli della produzione post-bellica e della mitica autovettura Temperino, agli anni ’60 quando la Moncenisio era diventata il più grande stabilimento metalmeccanico della Valle di Susa ed era arrivata ad occupare più di mille dipendenti, alla famosa mozione contro la fabbricazione di armi del 1970, fino al suono dell’ultima sirena nel 1977.
Note:
Informazioni sulle Officine Moncenisio di Condove e sulla loro storia
Le Officine Moncenisio hanno svolto un ruolo fondamentale nella trasformazione del
tessuto economico del paese di Condove e dell’intera Valle di Susa e nel passaggio da una società contadina ad una società industriale.
Fondata nel 1906 da Fortunato Bauchiero, la fabbrica, anche attraverso numerose riconversioni produttive nel settore delle costruzioni meccaniche, percorre tutti i grandi eventi del Novecento italiano: la Grande Guerra, l’occupazione delle fabbriche, il fascismo, la seconda Guerra Mondiale e la Resistenza, la ricostruzione ed il boom economico, la crisi degli anni ’70.
Ma la storia della “Monce” coincide anche e procede di pari passo con l’evoluzione demografica, urbanistica e sociale di Condove e con la crescita della sua comunità: inizialmente scendono proprio dalla montagna condovese le prime maestranze, poi provenienti anche dagli altri paesi della valle e dal torinese. Il Cav. Bauchiero programmò e attuò uno sviluppo complessivo del paese dotandolo di case per gli operai e villette per gli impiegati, di opere sociali quali il poliambulatorio, la mensa aziendale, le scuole professionali, il dopolavoro, il campo sportivo, e lasciando un’impronta indelebile per la Condove degli anni a venire e su quella odierna. I condovesi sono un po’ tutti figli e nipoti delle Officine Moncenisio, le esistenze di tante famiglie hanno ruotato per anni intorno alla vita della fabbrica ed i loro tempi influenzati e scanditi, ancor più che dall’orologio, dal suono della sirena che faceva aprire e richiudere il grande portone di Via Torino dove entravano ed uscivano i lavoratori e le lavoratrici, come il soffio d’aria di un “mantice” che li aspirava ed espirava a ritmo regolare.
Oggi quel portone è ancora lì, così come dell’insediamento originale è rimasta la palazzina che ospitava gli uffici e da un’apertura del muro perimetrale si può tuttora vedere il “trenino” che faceva la spola con la stazione ferroviaria per trasportare i dipendenti che viaggiavano in treno. Sono importanti reperti di archeologia industriale, ma soprattutto luoghi della memoria, e per molti condovesi (e non solo) “posti dell’anima e del cuore” in cui si sono consumate storie fatte di gioie e fatiche, di soddisfazioni e sofferenze dei loro genitori e dei loro nonni.
La vecchia Moncenisio cessa di esistere nel 1977, subendo poi vari avvicendamenti di proprietà, cambi di denominazione e riconversioni industriali.