Sinossi *: Quella dei pellegrinaggi, era un’usanza molto praticata nei paesi del messinese fino agli anni ‘70 del secolo scorso.
Nel luglio 2017, abbiamo ripercorso un cammino, che ricalcava le orme di quanti negli anni passati, nell’ultimo sabato di luglio, compivano la traversata da S. Stefano di Briga ad Altolia, per rendere omaggio a San Biagio patrono del villaggio.
Un tempo il pellegrinaggio veniva fatto di notte, si partiva intorno a mezzanotte per attraversare Pezzolo ancora al buio e giungere all'alba a Portella Sant'Andrea, il valico fra Pezzolo e Altolia, e da qui con le prime luci del mattino in discesa verso la meta.
Quando per inchinarsi di fronte all’ immagine di San Biagio era necessario un lungo e faticoso viaggio, si riferiva il significativo detto "così facennu, non ci 'nni potti cira a San Brasi", nel senso di mancato raggiungimento in una azione della vita, per la quale si era prefissato un obiettivo.
Era un periodo storico in cui i momenti di svago e condivisione erano quasi esclusivamente legati a manifestazioni di piazza, processioni, pellegrinaggi.
Nella "notti 'i San Brasi", molti desideri si sono realizzati, lungo il cammino c'era tempo per dichiarazioni e promesse d'amore e di fronte al Santo si accendevano nuove speranze.
Sono venuto a conoscenza di questi fatti qualche anno fa, quando un 3 di febbraio, giorno della festa liturgica di San Biagio, prima di andare ad Altolia per assistere alla funzione, passai a salutare la mia novantenne nonna paterna.
Al ricordo di Altolia, mi confidò che anche la storia d’amore fra lei e suo marito, mio nonno, era cominciata proprio una di quelle notti, sui passi del pellegrinaggio.
Mia nonna venne a mancare l’anno dopo, pochi giorni prima che arrivasse ancora il 3 febbraio.
È per questo che lo scorso 29 luglio, ultimo sabato del mese, abbiamo deciso di ripercorrere quella strada.
In ricordo di mia nonna e di quanti su quei passi hanno visto durante gli anni, nascere amori e realizzare desideri.