Sinossi *: “Ci sono i cinque sensi che aiutano a muoversi nel mondo materiale e poi c’è il senso senso. Quello che accomuna gli esseri umani e che è quello più sviluppato per aprirci ad altre dimensioni”. È questo che Nanda Vigo utilizza ampiamente nel suo lavoro. Attratta dal fascino di altri mondi abitati e vissuti, ne costruisce di nuovi e ci rende partecipi della sua “vita cosmica” attraverso gli oggetti e la sua arte, sempre attenti a catturare la luce. Azzerando la dicotomia spazio/tempo la luce inventa ambienti cronotopici dove celebra la “libertà dal materialismo” per giocare con volumi astratti. E scava e scopre e noi con lei. Ogni volta qualcosa di nuovo. Questo ultimo documentario di Marco Poma è stato realizzato con spezzoni di altri suoi precedenti film fatti su di lei, senza pretesa di essere esaustivo perché, come dice lo stesso regista, è “soltanto un altro film di passaggio verso una… non meta”.