Sinossi *: Il film attraversa le Alpi Giulie percorrendo i vecchi sentieri che già aveva percorso Hulius Kugy tra '800 e '900, diventando lo scopritore e in cantore delle Giulie. Cerca di riprendere la lezione di Kugy, on solo come alpinista, ma anche di uomo di cultura, e i percorsi diventano una ricostruzione del mosaico culturale di queste zone. Il film è rigorosamente trilingue (italiano, sloveno, tedesco) e invece di sottolineare le diversità cerca il filo comune ce unisce le genti di montagna. Qui, quasi tutte le montagne hanno sempre quattro nomi: italiano, sloveno, tedesco, friuliano. Ci si ferma ai rifugi, dove tutti cercano di assimilarsi, piuttosto che distinguersi. I gestori raccontano le loro storie, le motivazioni che spingono a questa scelta di vita impegnativa. Le storie dei rifugi si incrociano con quelli che passano da quelle parti, perchè queste montagne sono parte integrante della loro vita: gli alpinisti Ignazio Piussi, Cirillo Floreanini e Nives Meroi, lo sciatore estremo Luciano De Crignis, gli alpinisti sloveni Dusan Jelincic e Igor Skamperle, il presidente della Repubblica di Slovenia Milan Kucan, Klaus Kummerer dell'Alpenverein di Villach e tanti altri. Sono storie d'alpinismo, filosofie di vita, storie di una umanità che non c'è più.