Sinossi *:
"Andare all'Altro Mondo - Riti, Credenze, Pensieri e Conversazioni" è caratterizzato da un impostazione filmica diversa dai precedenti è un viaggio in Italia per scoprire alcuni riti del trapasso. La morte raccontata, nella circolarità della vita, come un uscita dal mondo e un entrata in un altro mondo. Riti, racconti, testimonianze, scelte o non scelte legate alla fase finale del nostro vivere. Come dice Tiziano Terzani "la fine può essere un nuovo inizio". Il lavoro di tesi di Maddalena Albera "Morte e memoria digitale: Lutto, commiato e commemorazione online" dove facebook è ritenuto il cimitero virtuale più grande del pianeta apre provocatoriamente il film. Ad oggi rimane ancora e comunque un bisogno dell'uomo di avere un contatto fisico con il morto come il rito della vestizione del defunto descritto da Eugenia Minetti di Paroldo. Un rito simile al lamento funebre del Sud l'ho trovato a Rueglio nel Canavese in provincia di Torino, in uso fino agli anni '50 che consisteva nel racconto ad alta voce di un parente o congiunto della vita del defunto a seguito del corteo funebre. L' intervista al monaco Enzo Bianchi, dopo l'uscita del suo ultimo libro "Cosa c'è di là – inno alla vita" che ci racconta il suo prepararsi a lasciare questa terra. La lunga intervista a Folco Terzani, figlio di Tiziano, scrittore e giornalista sull'ultimo libro "La fine è il mio inizio", il racconto di un padre al proprio figlio il senso della vita e la ciclicità della vita stessa. Il viaggio continua in Sardegna a Seui, in Barbagia dove è ancora vivo, nella memoria, il lamento funebre di S'attitadora. Al museo di Luras, in Gallura, il racconto dell' Accabadora, figura sarda legata all'eutanasia. Dopo essermi documentato sulle ricerche dell'antropologo Ernesto De Martino, in particolare sugli scritti tratti dal libro "Morte e pianto rituale" mi sono recato a Pisticci in Basilicata per raccogliere alcune testimonianze del lamento funebre ormai estinto. Un cantautore Giuseppe D'Avenia mi ha portato nei calanchi di Pisticci dove ha interpretato, in chiave musicale il testamento di una anziana signora. In Irpinia, a Torrioni, in Provincia di Avellino ho scoperto un rito unico, ancora in uso, dove solo la donna che dava la vita poteva chiudere la vita facendo colare tre gocce di cera nell'ombelico del defunto prima di chiudere la bara. In Puglia, a Faeto, il racconto, dalla voce di una testimone, l'usanza oramai scomparsa delle Bàdine, ovvero un sacchettino di tela dove venivano racchiusi piccole parti del cadavere: una ciocca di capelli, un unghia, un lembo del vestito. Il sacchettino veniva tenuto in casa a protezione dei famigliari rimasti. Il Dottor Mauro Milanesio affronta la mutazione del nostro cervello nell'atto del trapasso. Il senso filosofico di vita/morte e il sacro diritto a morire è raccontato dal filosofo Massimo Cacciari. Il film si chiude con uno spezzone dell'ultimo concerto tenutosi a Cagliari dal mio carissimo amico Andrea Parodi cantante dei Tazenda che a pochi giorni della sua morte nel 2006, volle esibirsi cantando Gracias a la Vida. Un segno forte di una volontà di vivere ma anche di accettare il passaggio in un mondo a noi oscuro.



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