Sinossi *: La struttura linguistica del film attinge materiale comunicativo ed espressivo da diversi livelli di rappresentazione.
Un narratore d’eccezione, Flavio Bucci (già Ligabue nell’omonima fiction Rai, diretta sempre da Salvatore Nocita del 1980) ci conduce attraverso i luoghi abitati dal pittore mettendoci in contatto con temi, frammenti della vita di Ligabue e ricordi. In uno sdoppiamento Bucci è talvolta un narratore oggettivo, talvolta un protagonista che si fonde con il suo ricordo e la sua esperienza di aver incarnato il personaggio Ligabue. Bucci non si linita a “lanciare” le interviste dei personaggi che approfondiscono alcuni temi relativi all’uomo e al pittore Ligabue (temi collegati al suo valore artistico, alla sua malattia mentale, alla sua vita) ma si mette in dialogo anche con il suo doppio nella fiction e con l’immagine vera di Ligabue. Il materiale di repertorio relativo al contesto storico contribuisce a dare spessore e a favorire l’identificazione con i luoghi e i tempi in cui Ligabue ha operato.
L’alternarsi dei diversi livelli, in un equilibrio reso possibile dalla continguità tematica ed emotiva, costituisce un film di grande spessore contenutistico e di sicuro effetto drammaturgico, garanzia di un forte coinvolgimento.