Sinossi *: 1943. Una villa settecentesca nella campagna della Calabria, davanti allo stretto di Messina e a pochi kilometri da una cittadina.
Il nucleo attorno a cui si avvolge e si evolve la spirale del racconto é una famiglia aristocratica, i Santavelica, in cui la bizzarria in parte, e gli ideali rivoluzionari dall’altra, hanno operato una profonda mutazione che porta i suoi componenti a prediligere emozioni e sentimenti, e a disinteressarsi dei privilegi e del potere.
Due figure incarnano lo spirito dei Santavelica, Fabrizio, detto il marchese rosso, comunista, condannato dal tribunale speciale fascista, partigiano resistente e infine capace di capire che la democrazia non si costruisce con il furore e il ribellismo. L’altra figura determinante della mutazione della famiglia é Sisina, nata in America da Luigi Santavelica, pianista, e da Thelma Talberg, cantante californiana. In un incidente stradale muore la madre e Luigi, preda di una terribile depressione che lo spinge a cercare sollievo nell’alcol, privo di risorse, decide di tornare in Italia portandosi dietro la figlia. Sisina resta in Italia per tutto il periodo della guerra e nei giorni successivi allo sbarco degli alleati sul continente. Conosce e sposa un soldato americano che muore durante lo sbarco in Normandia. A guerra finita Sisina torna in America e fa, come il cugino Fabrizio, come il suo stesso padre e per estensione come gli zii, una scelta eversiva, il lavoro invece del privilegio ereditato. Entra a far parte della famiglia operaia del marito morto, si risposa con un operaio e il mondo in cui ha vissuto gli anni della formazione, dell’amore e del dolore, la Calabria, la grande villa dei Santavelica, tutto resta una dolce memoria.