Sinossi *: “E’ di sicuro più semplice che ci sia un eroe disposto a calarsi in un pozzo dentro cui tutti sanno che vive un drago, piuttosto che trovare un uomo che mostri il coraggio di scendere in un pozzo le cui profondità celano un mistero” diceva il noto scrittore turco Sabahattin Alì.
Riccardo Bianco, giovane regista torinese, pensava di sapere a cosa stesse andando incontro: una guerra lunga e cruenta, che sconvolge la Siria da più di sette anni, ma di sicuro non ne aveva mai vissuta una sulla sua pelle. E sarà questa sua presunzione di conoscenza a mutare profondamente questa esperienza. Il suo viaggio in Siria prevedeva tre tappe: Damasco, Kafroun ed Aleppo, dove avrebbe dovuto documentare la resistenza di una scuola cristiana della città ai costanti bombardamenti. Sin da subito il regista sente l’esigenza di sfogare i suoi sentimenti e il suo coinvolgimento nel lavoro: affiorano i sentimenti di tristezza, paura, rabbia ed adrenalina.
In mezzo a tanta disperazione e distruzione, il regista però comincia a notare anche la resilienza del popolo siriano, che silenziosamente ha ricominciato la propria vita e la ricostruzione delle proprie case. È lì che Riccardo, dopo aver visto tanta morte e aver percepito i bombardamenti vibrare nel proprio petto, abbandona la rabbia, la paura e la tristezza per far nascere in sé la speranza che questa guerra sia quasi al termine. La sua è una catarsi emotiva mentre quella del popolo siriano anche fisica, si muore per rinascere più̀ forti. Al suo ritorno, porta immagini di vita, porta un eco di speranza. Eppure, poco tempo dopo, la Siria viene di nuovo straziata dai conflitti e la speranza non pare più̀ essere l’ultima a morire.