Regia:
Stefano Calvagna
Anno di produzione: 2012
Durata: 90'
Tipologia: lungometraggio
Genere: biografico/drammatico
Paese: Italia
Produzione:
Poker Film,
Timeline,
Island Film
Distributore:
JB Entertainment
Data di uscita: 22/06/2012
Formato di ripresa: HD
Camera: Canon D7
Sistema di montaggio: Final Cut
Formato di proiezione: DCP, colore
Ufficio Stampa:
Francesco Caruso LitricoTitolo originale: Cronaca di un Assurdo Normale
Altri titoli: Bad Times
Recensioni di :
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CRONACA DI UN ASSURDO NORMALE - Una storia personaleSinossi: Dopo aver subito un tentato omicidio, 7 colpi di pistola nella notte del 17 febbraio 2009 all’uscita di un teatro a San Saba a Roma, Stefano Calvagna viene arrestato e portato in carcere, dove trascorre un lungo periodo di detenzione. Fortemente provato dalla mancanza di libertà e dall’esperienza carceraria, inizia un dialogo con se stesso per riuscire ad accettare il tormento di trovarsi detenuto, privo di libertà, lontano dalla propria famiglia. Solo in un secondo momento cerca di ricostruire le cause che lo hanno portato a trovarsi in tale situazione: ne scaturisce da una parte la propria storia personale, dall’altra il ritratto di una società corrotta, avida di denaro e potere, che non da nessun valore all’individuo. Per circa due anni la sua vita è completamente divorata dalla detenzione a Regina Coeli, dagli arresti domiciliari, dal tribunale, finché nel 2011 decide di riemergere dall’abisso e riprendere la propria vita artistica.
Sito Web:
http://Ambientazione:
RomaLibro sul film "Cronaca di un Assurdo Normale":
"
Cronaca di un Assurdo Normale"
di Stefano Calvagna, 80 pp, Zeta Generation, 2011
Un giorno qualunque il regista Stefano Calvagna, vittima di un tentato omicidio, è arrestato e tradotto in carcere. È l'inizio di un incubo attraverso il quale gli si spalancano le porte di un inferno, tanto lontano dalla propria immaginazione quanto concreto e scioccante. Stefano, in prima persona, dà voce alla sensazione di sradicamento, che è costretto a subire lontano dalla propria famiglia e dal proprio mondo. L'uomo, prostrato dalla privazione della libertà e provato moralmente e fisicamente dall'esperienza carceraria, intraprende un dialogo con se stesso per riuscire ad accettare tanta sofferenza; solo in seguito ricostruisce le cause del proprio dramma. Ne scaturisce il ritratto di una società avida e corrotta, in cui gli individui valgono meno di niente.
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