Sinossi *:
Il 17 giugno 2017 un rogo innescatosi in località Escalos Fundeiros, nel comune di Pedrógão Grande, si espande coinvolgendo il territorio di sette comuni del Pinhal Interior Norte del Portogallo. Le conseguenze dell’incendio sono devastanti: 65 morti, 254 feriti e 53.000 ettari di area boschiva in fumo (pari alla superficie aggregata dei terrori comunali di Milano, Genova e Napoli). Le temperature altissime (circa 40°), l’umidità relativa bassa, la prolungata siccità e il vento costituiscono, insieme alle monocolture dell’eucalipto e del pino, le condizioni ideali per la propagazione di un incendio totalmente fuori controllo.

Il racconto di Deserto verde si apre con le testimonianze dei sopravvissuti scampati alle fiamme, per poi proseguire con un’approfondita analisi dell’ingegnere zootenico e ambientale João Camargo. Diffusasi sotto l’Estado Novo del dittatore Salazar e proliferata dopo la rivoluzione dei garofani, la monocoltura dell’eucalipto non è soltanto una minaccia per la flora e la fauna, ma, nella sua dimensione di coltivazione intensiva, compromette le economie locali e il tessuto sociale. In un’intervista che coniuga storia e attualità, botanica forestale e sociologia, climatologia ed economia, Camargo mette in guardia dai rischi ambientali e sociali di una politica forestale votata alla monocoltura.

Cambiare paradigma e ripristinare la biodiversità è possibile. Nell’ultima parte del documentario Pedro Pedrosa ci racconta come gli abitanti del villaggio di Ferraria de São João abbiano saputo trasformare i tragici eventi del giugno 2017 in un’occasione per ripensare il proprio territorio, il rapporto con la natura e le dinamiche della convivenza.

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