Sinossi *: Ghiaccio e neve sono stati per millenni oggetto di produzione, trasporto, stoccaggio, commercio ,consumo e culto per la conservazione degli alimenti, (proteine animali) per utilizzi medicinali, per lussi e raffinatezze gastronomiche.Per secoli d’inverno si raccoglieva e conservava la neve caduta con particolari accorgimenti in fosse o strutture apposite (neviere).
D’estate la neve ghiacciata, tagliata in blocchi, veniva trasportata a valle nei luoghi di commercio e consumo.
A Napoli, capitale del regno,dove (come ovunque) la fornitura del ghiaccio e della neve era oggetto di appalto pubblico (arrende e privative),arrivava preferibilmente dal Faito via mare e dal monte Somma-Vesuvio via terra.
Quando alla fine del 19 secolo, in epoca post unitaria la neve naturale fu sostituita dal ghiaccio artificiale, nella piana a est di Napoli si impiantarono le prime fabbriche di ghiaccio artificiale(in genere insieme al ghiaccio si produceva birra e bevanda gassate vedi Peroni).
A Ponticelli ,come a Somma Vesuviana a Torre Annunziata e a Mergellina ci sono importanti santuari in cui si venera la Madonna della Neve.
Questi santuari furono dedicati alla neve e al ghiaccio,in luoghi strategici per la produzione il trasporto e la conservazione (cosi come ce ne sono di dedicati a madonne del grano) perche’ la vita di quelle comunita’ di uomini era legata a doppio filo alla neve e al ghiaccio.
Il progetto e’ un video che ricostruisce la geografia dell’antica industria della neve e del ghiaccio nella piana orientale di Napoli ,inseguendo echi, memorie ,suggestioni e tracce lasciate nell’architettura ,nell’archeologia industriale,nella toponomastica,nel paesaggio e nel ricordo.
Tutto il percorso e’ seguito su una antica mappa settecentesca della citta’ e attraverso pagine di testi antichi, in cui sono evidenziati parole che riguardano usi ,costumi e luoghi relativi a neve e ghiaccio,mappe e immagini di santuari, fabbriche ,madonne ad nives etc.
L’itinerario fisicamente esplorato inizia dal mercato del pesce a Porta Nolana ,dove c’e l’ultima rivendita di ghiaccio al dettaglio; prosegue per Barra dove ,al corso 4 novembre c’e una bellissima fabbrica di ghiaccio,molto conservata di epoca fascista,chiusa nel 2004;arriva a Ponticelli davanti alla Basilica santuario di s.Maria ad nives,al centro di una festa tuttora molto sentita ,che si celebra ad agosto,il 5, memoria forse del tempo in cui il consumo del ghiaccio e dell’acqua nevata raggiungeva il culmine.
Il lavoro e’ un documentario immaginario perche’, e’ costruito su una intuizione: la parte documentale raccolta e’ il supporto di una visione, che serve a ricucire la memoria di uno scenario in cui, natura e cultura collaborano e convivono.
Questa storia si e’ sciolta nel tempo come il ghiaccio e la neve al sole e bisogna immaginarla per ricordarla.