Sinossi *: Buenos Aires 1972.Il giovane diplomatico Enrico Calamai venne inviato in Argentina, come sua prima destinazione, con la carica di viceconsole. L’anno dopo, in Cile, un violento Golpe militare rovesciò il governo legittimamente eletto di Salvador Allende.L’Italia non riconobbe il governo del generale Pinochet, ritirò la rappresentanza diplomatica e richiamò l’ambasciatore a Roma. Nell’ambasciata italiana 412 rifugiati, tra cui 50 bambini, chiesero asilo politico. Calamai venne richiamato dall’Argentina e inviato a Santiago. Grazie al suo impegno si arrivò a una soluzione di compromesso: tutti i rifugiati sarebbero partiti ma subito dopo i militari cileni avrebbero circondato l’edificio in modo da non permetterne più l’accesso.
Rinviato nuovamente a Buenos Aires, dopo il colpo di stato militare del 24 marzo 1976, Calamai, con l'aiuto del giornalista del Corriere della Sera, Giangiacomo Foà e del sindacalista Filippo Di Benedetto, riuscì a mettere in salvo e a far espatriare centinaia di oppositori politici del regime, mettendo più volte a repentaglio la propria vita.
Calamai, tra i fondatori del Comitato per la promozione e la protezione dei diritti umani, è stato decorato con l'Orden del Libertador General San Martín, il 10 dicembre 2004, presso l’ambasciata della Repubblica Argentina in Italia.
Enrico Calamai “Una vita per i diritti umani”, racconta una storia di coraggio, di dignità , di ideali e di resistenza.