Sinossi *: Il quartiere Vucciria della Palermo degli anni ’50 è un grigio sfondo di vicende umane. Diverse famiglie vivono in uno stato di assoluta povertà e degrado sociale. Da una di queste famiglie nasce Pino Leto, ultimo di cinque figli, due dei quali morti per fame.
Pino Leto viene soprannominato “l’americano” per via del suo volto che ricorda quello di alcuni attori. Tutta la sua infanzia è segnata dalla lotta per la sopravvivenza. Comincia così a formare una piccola gang di delinquenti. Il padre lo manda prima a scuola ma, non ottenendo alcun risultato, lo manda a lavorare in una friggitoria.
Da lì inizia il suo calvario di ragazzino che incomincia a subire tutta una serie di violenze fisiche, sia al lavoro che a casa, costringendolo spesso a dormire sotto le bancarelle del mercato. Dopo una serie impressionante di violenze subite e fughe continue, per un breve periodo fa il contrabbandiere per le strade, ma il momento più importante della sua vita è quando si ritrova per caso in una palestra di boxe a parlare con il maestro Cardella. Il pugilato è un’ arte in cui si deve usare soprattutto cervello, non solo la forza fisica. Gli insegnamenti che ne trae da questa disciplina sono importantissimi per la sua vita. Incomincia ad allenarsi e, con tanti sacrifici, arriva al titolo regionale nel 1975. Sembra che la sua vita adesso abbia un senso, ma altre tragedie accompagneranno la sua vita tormentata: la perdita della figlia, la fine di un matrimonio, la morte e l’arresto di molti suoi amici.
Da questi dolori nasce in lui la voglia di affermarsi e la grinta nel continuare la sua strada, i quali lo porteranno a conquistare il titolo italiano e, a trentatre anni, il titolo europeo dei pesi welter.
Seguono poi periodi di silenzio in cui Pino Leto non combatte più con l’assiduità di prima. Tutti i suoi amici di infanzia del quartiere Vucciria sono scomparsi nel nulla, alcuni rinchiusi nei carceri della penisola, altri morti prematuramente, come Antonello Patti, uno dei ragazzi che allenava Pino Leto, vittima della “lupara bianca”.
Nel 1993, durante una rapina in banca presso cui lavora come guardia giurata, rischia di essere ucciso a coltellate da una banda di minori. Nella sparatoria rimane ucciso un ragazzino. Questa storia lo segnerà per tutta la vita. Decide così di portare la sua esperienza di vita come testimonianza, e di dedicarsi al recupero dei giovani per le strade della sua amata Vucciria.