Sinossi *: Partecipare, valorizzare, essere custodi, vivere il territorio, sono tematiche particolarmente difficili d'affrontare in un contesto sociale odierno caratterizzato dalle molte contraddizioni e dalle evidenti difficoltà sia dei cittadini che delle istituzioni locali, nel tentare di mantenere vivo quel reciproco rapporto tra uomo e territorio, che nel corso del tempo ha definito e stratificato il tessuto delle nostre valli.
Tale dispersione risulta ancor più evidente in quei territori di montagna penalizzati dalle poche risorse economiche della moderna società consumistica, ma che comunque, conservano in essi un patrimonio storico, culturale ed artistico egualmente importante anche se spesso sottovalutato e quasi mai a pieno valorizzato.
E' in questo contesto che l'identità dei luoghi e di coloro che lo abitano, nonostante l'apparente degrado, risulta ancora viva, in quanto sfortunatamente o fortunatamente non intaccata dalla mercificazione ludico/turistica della montagna.
La situazione di Pedesina, il più piccolo Comune italiano per numero di abitanti, risulta in questo caso emblematica per descrivere tale situazione. Il sensibile declino demografico, la chiusura delle attività, le quotidiane problematiche dei cittadini, enfatizzano quella precarietà del generico territorio montano apparentemente non più adibito ad essere vissuto.
La volontà di discutere e valorizzare il territorio di Pedesina raccontando il passato, parlando del presente ed affrontando il futuro viene proposta e condivisa all'interno di un progetto che ha visto culturalmente partecipe la Pro loco di Pedesina e il Comune di Pedesina e che ha avuto come risultato conclusivo la realizzazione di un film-documentario denominato: "GAREF, le ultime pietre della Val di Pai".
Tale video si prefigge lo scopo di riflettere sulle problematiche attuali del territorio montano di Pedesina, raccontato dai suoi abitanti, dai villeggianti e dalle molteplici peculiarità territoriali ed ambientali che ne compongono il paesaggio.
In particolar modo il video pone l'accento su uno specifico manufatto storico presente sul territorio, tuttora poco valorizzato e spesso sconosciuto a livello locale.
Si tratta dell'"Occupazione Avanzata alla Frontiera Nord", denominata anche "Linea Cadorna", complessa opera militare della Grande Guerra posta a difesa del confine italo-svizzero, la quale, con il suo ormai centenario degrado, accompagna metaforicamente nella narrazione e nella realtà il declino e l'abbandono del piccolo Paese.
Tutto questo è stato realizzato, al fine di riscoprire e far conoscere una delle tante potenzialità locali, per saper in futuro meglio apprezzare e gestire le storie delle nostre montagne, prima che i segni rimasti diverranno solo ricordi.
Con ammirazione di coloro che non demordono, nonostante le facili accuse di chi, totalmente ignaro dell'effettiva realtà locale, si permette di colpevolizzare una piccola grande realtà fatta di semplici ma professionali volontari del territorio.