Sinossi *:
"Genoa Comunque e Ovunque" racconta, attraverso le testimonianze di un gruppo di tifosi, leggende e personalità del club e dirigenti, l'essenza e la storia del club rossoblù.

Il film non indugia sugli aspetti strettamente sportivi ma vuole andare ad approfondire il senso profondo dell’essere genoani, la passione che avvicina persone con storie e provenienze diverse, la gioia del tifare come atto di fede a prescindere dai risultati, cosa vera per tante squadre ma ancor di più per una squadra antica e nobile, con una delle tifoserie più calde d’Italia, come il Grifone.

La simbiosi tra la città di Genova e la sua squadra di calcio rappresenta il cuore stesso del documentario, per celebrare una delle tifoserie più appassionate e fedeli del nostro Paese e ripercorrere la storia del club più longevo di Italia, analizzando il profondo significato dell’essere Genoani. Emerge così il senso di appartenenza, il desiderio di sostenere la propria comunità, di condividerne le gioie e dolori, “comunque e ovunque”. In totale controtendenza con le logiche del marketing e delle multinazionali dell'intrattenimento, questo è soprattutto il racconto di un sentimento irrazionale ed extra calcistico, definito da molti nel film “una malattia”, che accomuna, di una passione che si rinnova di generazione in generazione, come dimostrano le testimonianze dei vari intervistati del film: Barbara Barrani, Dario Bianchi, Andrès Blàzquez, Mario Bortolazzi, Andrea Brasi in arte Bresh, Domenico Criscito, Stefano Eranio, Gustavo Grigò, Mario Kaiser, Diego Milito, Claudio Onofri, Rodrigo Palacio, Goran Pandev, Bambi Roncallo, Jacò Rosset, Marco Rossi, Gennaro Ruotolo, Giuseppe Sculli, Benedetta Signorini, Josh Wander, Alberto Zangrillo.

Il vero protagonista di GENOA COMUNQUE E OVUNQUE è proprio il legame del Genoa con la sua città: un sentimento intriso di amore e nostalgia che sembra contagiare chiunque abbia avuto la fortuna di diventare l’idolo della tifoseria, come nel caso di Milito e Palacio che, pur avendo giocato in alcuni degli stadi più importanti del mondo, continuano a sentire Genoa e Genova come casa loro. Lo stesso vale per il cantante e tifoso Bresh, nuovo “cantore della genoanità” con la sua “Guasto d’amore”, emblema della musicalità di tutto il tifo genoano (non è un caso che Milito sia stato salutato dallo stadio Luigi Ferraris proprio con la frase di una canzone di Fabrizio De Andrè: “Meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”).

Il film è inoltre arricchito da una partitella tra le leggende del Genoa, capaci di far esplodere di emozione qualsiasi tifoso. Come nella più attesa delle partite, i grandi campioni della storia del Genoa si sfidano, come in una partitella tra amici, in una sfida serale dal sapore epico e romantico nel contesto, incredibile e surreale, dello Stadio Luigi Ferraris vuoto. Dopo un primo incontro negli spogliatoi, i calciatori attraversano il tunnel ed entrano in campo: un ingresso spettacolare che avrà la forza di scaturire in loro ricordi e sensazioni uniche. La partita sarà così l’occasione per evocare i grandi successi, i gol, le gioie e i dolori del passato, ma anche i momenti più alti della vita professionale di ognuno di loro, con un footage di repertorio che racchiude le azioni più belle e più coinvolgenti della storia rossoblù. E poi c’è il tema della genoanità: ogni giocatore la incarna e la vive in maniera diversa, ma comunque sempre accesa e palpitante. Questa scena è probabilmente il regalo più bello che, a 130 anni dalla fondazione della sua squadra, il pubblico genoano potesse sognare di vivere sul grande schermo.

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