Sinossi *: Classicissimo e sperimentatore, schivo e amico della gente, antieroe e burlone, melodrammatico e comico, amato dal cinema più popolare e da quello più intellettuale, Mastroianni era un popolano che si muoveva da aristocratico e aveva una recitazione apparentemente distratta e indolente. Dicono di lui che non leggesse i copioni, ma quando entrava in scena sembrava aver provato centinaia di volte. Questa monografia affronta il suo periodo magico che è coinciso con quello dell’Italia del “boom”, il decennio che va dal 1957 al 1967. In quel periodo Mastroianni lavora con Visconti, Antonioni, Fellini e Flaiano, De Sica, Monicelli, Petri, Germi, Ferreri. Con Ponti e la Loren è stato il pilastro dell’industria italiana del cinema, che in quegli anni si stava imponendo nel mondo. E’ grazie a lui che in quegli anni l’Italia si sprovincializza ed è grazie a lui se l’immagine dell’italiano nel mondo passa da “pizza e mandolino” all’”Italian style”. Il suo cinema è probabilmente il più grande contributo italiano a un periodo storico ancora oggi insuperato per tensioni, libertà e intelligenza. Tra le voci che lo ricordano, Andrea Borini, scrittore e biografo di Mastroianni: “Diceva sempre: perché devo andare a Hollywood se i migliori film si fanno qui da noi?”, e Fabrizio Gifuni, un attore cresciuto nel mito di Mastroianni, anche se “quelli di quegli anni giocavano in un altro campionato”.