Sinossi *: Negli anni più "estremi" dell'adolescenza, ho avuto un avvicinamento molto profondo ad una certa parte della cultura tardo-medievale, in particolare mi sono sentito chiamato da Dante e Bosch; ma se con il primo, imparando a memoria alcune parti della Divina Commedia, ho realizzato un incontro, con il secondo mi sono crucciato senza arrivare da nessuna parte; posso dire di aver dovuto aspettare trent'anni prima di potermi sentire pronto, si potrebbe dire "all'altezza del compito" ma forse sarebbe meglio dire, semplicemente pronto, a "leggerlo". Bosch ha una peculiarità, che poi ha fatto scuola in quel periodo, il tutto rimanda ai tanti dettagli ma ciascun singolo dettaglio rimanda al tutto; il suo universo suggerisce una coerenza che però sfugge, resta enigmatica; la ragione per quale si cerca la facile soluzione di animare (in 3D) i suoi quadri, nasce dall'esigenza di "risolverlo" con mezzi tecnologici invece che con l'esegesi; il fruitore sente spontaneamente che i quadri di Bosch si "animano" ma non riesce a fermare questo movimento, non riesce a collocare in un "disegno coerente" la sua pittura; l'animazione 3D dovrebbe risolvere questo movimento ma questo è totalmente fuoriviante, perché in realtà non fa altro che disincentivare ciò che l'opera di Bosch spontaneamente ingaggia, ovvero l'interpretazione delle metafore ed i rapporti interni tra esse.