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Festival di Roma 2008: "Kill Gil (Vol. II e ½)", il testamento cinematografico di Gil RosselliniSinossi *: Il progetto filmico e la speranza umana avevano previsto un volume 3 di Kill Gil nel momento in cui Gil avesse riacquistato l’uso delle gambe. Un epilogo e un sogno che si rivelano purtroppo irrealizzabili, ed ecco perché si arriva a questo ultimo capitolo con quel “mezzo” che unisce all’amara ironia di un traguardo non raggiunto, anche il senso di una sfida che ha inizio proprio con questo film.
Il racconto di questi ultimi due anni è segnato dal rapporto col dolore, un duello costante che si svolge in gran parte su letti di ospedale. Dal marzo 2008 all’inaugurazione del Festival Internazionale del Film di Roma, Gil vive ricoverato e affronta dal letto le terapie che tentano di vincere gli agenti infettivi che aggrediscono il suo organismo.
Ancora dieci interventi chirurgici in questi otto mesi di degenza ininterrotta, fino all’amputazione della gamba e al decesso, avvenuta nella notte del 3 ottobre.
Uno sforzo realizzato nello spirito dell’intera trilogia prodotta da Gil Rossellini che, come mai nessuno prima d’ora, mette a disposizione di tutti la sua storia e renderla motivo di impegno e riflessione sul mondo della disabilità.
Un’opera in cui si alternano le sequenze della sofferenza ai momenti in cui l’uomo, il regista e l’amico conquista e recupera gli spazi della socialità, della professionalità e degli affetti che a tutti devono appartenere.
Come sempre lo sguardo ironico e autoironico di Rossellini accompagna una narrazione incalzante e commovente, in cui non mancano ampie aperture in omaggio al glamour festivaliero e al mestiere del regista.
Una vigorosa esortazione a non mollare mai.