Sinossi *:
Nelle prealpi italiane è fine estate. Mirko e Max si incontrano nella foresta e avanzano nei luoghi dell’abbandono cercando di immaginare un possibile futuro, mentre Giorgia e Lorenzo vivono timidi momenti di intimità. Sullo sfondo la quotidianità di una comunità di ragazzi con disturbo dello spettro autistico capaci di vivere in equilibrio tra il reale e il fantastico, tra il fisico e il metafisico, tra la paura e il piacere di perdersi. Il documentario narra delle scoperte, dei riti e delle relazioni di un universo sospeso: un viaggio nel mondo dell’autismo, dove l’adolescenza e il desiderio sono raccontati nel loro semplice divenire.

Cast


Soggetto:
Giovanni Benini

Sceneggiatura:
Giovanni Benini

Musiche:
Lite Orchestra

Montaggio:
Pierpaolo Filomeno

Fotografia:
Giovanni Benini
Davide Provolo

Suono:
Giovanni Benini (Presa Diretta)
Davide Provolo (Presa Diretta)
Matias Campaci (Presa Diretta)
Ludovic Van Pachterbeke (Montaggio)
Samuele Tezza (Mix)

Produttore:
Giovanni Benini
Zyanya Castilla

Color Grading:
Stefano Bellamoli

Direttore di Produzione:
Ginevra Gadioli

TRAILER

FOTO


NOTIZIE 'Marana'



Note:
Il progetto di produzione del film inizia nel 2015 quando il duo della Lite Orchestra (Matias Campaci e Thomas Pizzini, autori ed esecutori delle musiche del film) entra in contatto con la cooperativa MeA, ente che gestisce la comunità di Villa Santa Rita, sita a Marana di Crespadoro nell’alto vicentino. Marana, così viene chiamata da tutti la comunità, è un servizio residenziale che ospita minori con disturbo dello spettro autistico e con disturbi del comportamento, rispondendo ai bisogni delle famiglie in termini pedagogici e di supporto psicologico ed educativo. A quarant’anni dalla legge Basaglia, il Parlamento Italiano e la Regione Veneto hanno emanato le “Linee Guida” per la gestione e la cura delle persone adulte con disturbo dello spettro autistico ma rimangono lacune in termini di disposizioni per quando riguarda la gestione dei minori, che risultano a carico delle famiglie fino ai 18 anni. Una zona grigia in espansione vista la cosiddetta, e controversa, “epidemia” dell’autismo (nel 2019 un bambino su 89 ha diagnosi riferito allo spettro autismo, nel 1975 era uno su 5000). Da questi dati nasce l’idea di produrre un film che possa raccontare del fenomeno restituendo la potenza stravagante, libera e creativa dei giovani protagonisti. Con la volontà di trovare l’invisibile terreno comune, quella comunicazione che trascende le condizioni sociali, fisiche e mentali, il film non mette al centro la condizione dei giovani protagonisti ma ne vuole restituire l’umanità, che non è né disperata né battagliera, ma intensa, vivace, legata alla giovinezza che porta con sé la curiosità e gli slanci propri di quell’età. In Marana , una possibile trama è solo accennata, i fatti che accadono sono pochi, tutto è nei personaggi. Una partitura per anime in cui i non-dialoghi sono monologhi interiori che si intrecciano e si attraversano. Il film diventa così un unico respiro, un’unica voce, un ritratto emotivo dei giovani protagonisti, uno sguardo che cerca di rendere tangibili i loro desideri e la loro visione del mondo.

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