Sinossi *:
Maria Lai è oggi riconosciuta tra le più longeve e importanti artiste contemporanee viventi e tra le più rilevanti dal dopoguerra italiano. Nel 2009 è stata presente nella rassegna Italics a Venezia, Palazzo Grassi. Instancabilmente attiva, è tornata a vivere ad Ulassai nel cuore dell’Ogliastra, paese sardo in cui è nata nel 1919, dopo una vita artistica vissuta intensamente e avventurosamente altrove.
A fine 2009 compirà 90 anni: in maniera né biografica, né cronologica il film percorre la sua opera e il suo pensiero sorprendentemente attuali e di esemplare e radicale coerenza. Ancora oggi come in gioventù, Maria Lai è estremamente schiva e riluttante all'esibizione al limite della visibilità, al punto di progettare qualche anno fa, di raccogliere tutta la sua vasta opera artistica e blindarla in una sorta di "time-capsule" per un indeterminato periodo di oblio. La creazione di un museo attivo alla conservazione delle sue opere, "La Stazione dell'Arte" ad Ulassai, l'ha condotta a ripensarci (almeno per il momento).
Poterla raccontare rispettando il suo bisogno di silenzio, è stata la sfida a cui ci siamo sottoposti e che ci ha condotto alla sperimentazione e alla ricerca del linguaggio esteticonarrativo funzionale e coerente al personaggio. Più di lei è l’opera che racconta.
Maria è sullo sfondo delle sue montagne, ma potrebbe essere ovunque quando dichiara: "E’ l’ultimo mio naufragio in Sardegna. Non è un “ritorno a casa”. Il viaggio è la casa. Siamo sulla terra, che gira a circa trenta chilometri al secondo, in un viaggio pur sempre speciale, dove non si distingue la partenza dal ritorno. La vera nostalgia non è quella per un’isola. E’ l’ansia di infinito”.

NOTIZIE 'Maria Lai: Ansia d'Infinito'



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