Sinossi *: La storia parte da molto lontano. Da una mattina del giugno 1915 quando un ragazzo di 21 anni, Tomaso Catapiani, viene chiamato al fronte, assieme a tanti suoi coetanei.
Nelle lettere che invia a casa, racconta alcuni episodi importanti della Grande Guerra come la presa di Gorizia, ma soprattutto le ansie, le attese, le paure della vita in trincea. Racconta la sofferenza per la perdita di molti compagni, alcuni caduti a pochi passi da lui, e la consapevolezza che prima o poi gli potrebbe toccare la stessa sorte.
Racconta la speranza che possa arrivare il domani, come sono arrivati i giorni fino all’oggi, l’attesa di una pace che sembra irraggiungibile , il sogno della “beata licenza”.
Dà a sé stesso e ai destinatari delle sue lettere, quello che da una parte è un messaggio, dall’altra quasi un impegno: “sempre coraggio”.
L'ultima lettera€Tomaso€la scrive il 23 Gennaio del 1918. Tre giorni dopo, in una battaglia sull'Altopiano di Asiago, viene ferito, fatto prigioniero dagli Austriaci e portato in un loro ospedale, dove muore il 14 febbraio 1918.
Il suo corpo sepolto nel cimitero di guerra austriaco di Grigno, viene successivamente trasferito nel Sacrario di Castel Dante a Rovereto.
Ma tutto questo lo si saprà solo molti anni dopo.
La sua storia infatti, non finisce con la sua ultima lettera, ma rimane sospesa per quasi 60 anni nei quali la famiglia cerca in tutti i modi di avere sue notizie e di ritrovare il luogo in cui è stato sepolto. Tomaso viene cercato in gran parte dei Sacrari della Prima Guerra Mondiale, nonostante una lettera del Ministero che dà poche speranze. In essa si informa i familiari che il soldato Tomaso Catapiani è probabilmente sepolto tra i caduti ignoti.
Ma la costanza viene premiata un giorno di settembre di molti anni dopo quando, di ritorno da un viaggio in Germania, l’auto ha un guasto e costringe la famiglia a fermarsi a Trento. Sembra un episodio sfortunato e casuale, ma forse non è così.
C’è un sacrario lì vicino, uno di quelli non ancora visitati. E’ lontano dal posto dove lui è morto, ma perché non tentare? E’ il tentativo definitivo, Tomaso è lì.
Ritrovato in tempo per permettere a sua sorella, più piccola di lui di tre anni, ormai vecchia e malata, di potergli portare un fiore. Era il 1977, era una vita che lo cercava.