Sinossi *:
Le ombre del nostro tempo. Minacce e paure dell'epoca in cui viviamo: Muri. Gli infiniti muri, grandi e piccoli, visibili e invisibili che persistono nel mondo. Muri fatti di sabbia, mattoni e filo spinato e di fantasmi della mente. Muri antichi che persistono e nuovi muri che vengono eretti. Ma anche grandi e piccoli muri che cadono. Muri che crollano all'improvviso o che continuano silenziosamente a sgretolarsi. Una dialettica incessante che configura la nostra epoca come luogo, per eccellenza, dei conflitti e dei loro infiniti possibili percorsi di conciliazione. A cinquant'anni dalla posa della prima pietra del muro di Berlino nel 1961, ancora oggi il mondo sembra inesorabilmente attraversato da muri, muri visibili e muri invisibili. Muri che dividono, che esasperano le differenze, che alimentano odi etnici e religiosi; muri che innalzano barriere tra le razze e i colori della pelle; muri che creano conflitti in ogni parte del mondo. Ma in questa eterna, dolorosa e fiduciosa storia di dialogo e conflitto è importante che cresca la consapevolezza che, forse, i muri più difficili da abbattere sono quelli dentro di noi. Il film MURI racconta due luoghi lontani del mondo in cui in forma diversa permangono due esempi di separazione. La prima storia si svolge a Nogales, tra lo stato dell'Arizona e lo stato messicano di Sonora, lungo la linea di frontiera che divide gli Stati Uniti dal Messico. Lungo il confine tra i due Paesi (di circa 3.200 km) esiste un muro, una barriera di circa 1.000 chilometri da anni luogo di passaggio di narcotrafficanti, sicari e migranti e teatro di omicidi e barbarie con decine di migliaia di morti in pochi anni. Nel corso di una notte e di un giorno si intrecciano le vicende di un gruppo di uomini e donne migranti che a Nogales, Sonora (Messico) sono in attesa di entrare illegalmente negli Stati Uniti scavalcando il muro. Dall'altra parte, in Arizona (USA) lo sceriffo Arpajo a Tent City, Phoenix, nel carcere di immigrati illegali; i Minutemen, un gruppo di patrioti che pattugliano il confine e infine i Samaritani, una coppia di volontari che distribuisce acqua nel deserto per i migranti che riescono ad attraversare la frontiera. La seconda storia si svolge nell'altra parte del mondo a Mitrovica, in Kosovo, dove un ponte divide la piccola cittadina in due, l'enclave serba a nord e quella abitata dalla maggioranza kosovara a sud. Nel corso di una giornata, lungo il ponte che divide le due etnie, si intrecciano le storie di serbi e kosovari. Due anziani - che hanno perso la loro casa durante la guerra - che vivono nella parte sud di Mitrovica e che ogni giorno tentano con grande timore di attraversare il ponte per rivedere la loro casa occupata da altre persone. Lo stesso timore che vive un taxista musulmano kosovaro che rischia la vita ogni giorno attraversando il ponte per raggiungere la zona nord della città. Dall'altra parte di Mitrovica un gruppo di giovani militanti serbi, confinati nella parte nord, si sentono minacciati e senza libertà nel loro Paese. Infine, tre donne serbe che, sotto la scorta della polizia kosovara, dopo dieci anni riescono a visitare il loro cimitero ortodosso, profanato dai kosovari, nella parte sud della città. Storie drammatiche di vita quotidiana a Mitrovica, la Berlino dei Balcani: una testimonianza di quanto l'odio, la memoria, gli antichi conflitti etnici e religiosi siano dei muri difficili da abbattere.

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